Come i voti di tifosi, giornalisti e giocatori hanno determinato i quintetti dell’All Star Game

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Russell Westbrook e Isaiah Thomas sono forse i più grandi “snobbati” di quest’ultima votazione per i quintetti dell’All Star Game 2017, risultati della quale potete leggere qui. Tuttavia entrambi non erano stati votati dai tifosi. Per la prima volta, infatti, il voto per l’ASG quest’anno non dipendeva soltanto dai fans, che “pesavano” il 50%, con il restante 50 suddiviso equamente tra giornalisti selezionati e tutti i giocatori della Lega.

La NBA ha reso noti come siano stati distribuiti i voti delle tre categorie, ed è emerso che in alcuni casi una di queste è stata determinante per la presenza di un giocatore in quintetto. E’ ad esempio il caso di Russell Westbrook, votato come primo tra le guardie della Western Conference sia dai giornalisti che dai giocatori, ma terzo dai fans. La formula utilizzata per il calcolo è stata la seguente:

(Fan Rank * 2 + Player Rank + Media Rank)/4

Nel caso di Westbrook:

(3 * 2 + 1 + 1)/4 = 2

Il nuovo sistema ha comunque dato modo ai giocatori di votare chi volessero, anche compagni di squadra o amici che poco avrebbero c’entrato con l’All Star Game, è il caso, per esempio, di Luke Babbitt di Miami o James Ennis di Memphis, entrambi con due voti tra i giocatori, mentre JaVale McGee ne ha ottenuti addirittura quattro.

Farà piacere a molti sapere che Joel Embiid, grazie alla sua campagna sui social network, era riuscito effettivamente a scavalcare Kevin Love e piazzarsi terzo nel “voto popolare”, ma ha poi ottenuto solo l’ottava posizione tra i giocatori e la quinta tra i media, non sufficiente per farlo rientrare nel quintetto. Viceversa Jimmy Butler, quinto per i tifosi, è finito nello starting five perché sia giocatori che media lo hanno votato terzo.

Zaza Pachulia ha chiuso con oltre un milione e mezzo di voti ed il secondo posto per i tifosi, ma è stato molto penalizzato da giocatori e media, i primi lo hanno infatti selezionato dodicesimo nel frontcourt “uccidendo” le sue chance. In questo senso, dunque, il nuovo sistema elaborato proprio per evitare casi del genere ha funzionato alla perfezione. Il nostro Danilo Gallinari ha ottenuto undici voti tra i giocatori, nessuno tra i media ed è finito 34° nel voto dei fans, venendo quindi ampiamente escluso da ogni discussione.

Anthony Davis, quarto per i tifosi, è stato scelto come terzo sia da media che da giocatori ed ha quindi strappato il posto nel quintetto, cosa che l’anno scorso non gli era riuscita (e gli aveva fatto perdere diversi milioni a fine stagione). Inoltre nelle votazioni dei giocatori è emerso un certo astio nei confronti dei colleghi dei Golden State Warriors, almeno rispetto alle scelte dei tifosi: Steph Curry, primo per i fans, è stato votato da giornalisti e giocatori come terzo, Draymond Green e Klay Thompson, entrambi quarti nel “voto popolare”, hanno chiuso nono e ottavo secondo gli altri atleti. Solo Kevin Durant, tra i dominatori della votazione quest’anno come altre volte era successo, ha mantenuto il primo posto per tutte e tre le categorie (come LeBron James dall’altra parte).

Infine il backcourt dell’Est: Dwyane Wade era stato votato come secondo dai fans, ma è stato sostituito in quintetto da DeMar DeRozan. Il giocatore dei Toronto Raptors è stato preferito a Flash sia dai colleghi (che lo hanno votato come terzo, dietro Irving e Thomas, con Wade sesto), sia dai media (secondo, dietro al solo Thomas, con Wade di nuovo sesto). Isaiah Thomas è stato invece penalizzato molto dai tifosi, dal momento che ha chiuso secondo e primo nelle preferenze di giocatori e giornalisti. Tuttavia il playmaker dei Celtics, una delle più positive sorprese di questa prima parte di stagione, era stato selezionato come quarto dai fans, che a parità di indice (per entrambi lui e DeRozan il calcolo aveva dato come risultato 6,5) hanno determinato la presenza della guardia di Toronto nel quintetto.

Francesco Manzi

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