Largo ai giovani: Virginio e Piccin vanno ancora a scuola ma sono già titolari in Serie A

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Può accadere: passare direttamente dalla Next Generation Cup IBSA al quintetto base in Serie A è possibile. E’ successo a Nicolò Virginio, talentuosa ala della Openjobmetis Varese (nella foto in azione). Il debutto nella LBA è avvenuto dopo quasi un anno di inattività agonistica dovuta al Covid: prima partita “vera”, prima partenza in quintetto in A. “Un po’ era nell’aria, mancavano tanti titolari, il coach durante la settimana mi aveva buttato lì di stare attento a certe situazioni se avessi dovuto entrare il campo la domenica”. Contro Trieste, Nicolò ha giocato 19 minuti e segnato i primi punti in serie A: “L’impatto è stato difficile, non giocavo una partita neppure Under 18 da mesi, poi quando sono rientrato credo di aver dato il mio piccolo contributo.

I miei compagni sono stati fantastici con me”. E’ successo anche a Lorenzo Piccin, un devoto ammiratore di Kobe Bryant, ma le presenze in campo della guardia diciottenne della De’ Longhi Treviso avevano già dato indicazioni importanti della fiducia di coach Menetti nei suoi confronti: tre minuti giocati complessivamente nelle prime 16 giornate di quest’anno, 13′ contro Milano nei quali si è trovato faccia faccia con Gigi Datome di cui era stato ospite a Istanbul, meno di tre anni fa, come premio per la vittoria nel tre contro tre del Gigione Day organizzato dalla star azzurra. Contro la Fortitudo i minuti sono diventati 18′ con la prima partenza in quintetto in carriera: “Non me lo aspettavo, ho faticato a convincermi che fosse vero – dice -. Ero felice, è stato il momento più bello, anche rispetto al debutto in serie A”. Lorenzo, da Conegliano Veneto, quest’anno farà la maturità e deve molto, anche se indirettamente, alla scuola: “Ho iniziato a giocare a basket quando mia mamma, alle elementari, ha iscritto mio fratello a un corso di minibasket. Li ho accompagnati e da allora non ho più smesso”.

Virginio è ancora in quarta, ha compiuto 18 anni il 18 marzo, e come spesso accade agli under, ha una giornata piena e complicata, giocando anche in doppio tesseramento in C Gold con la Academy varesina. “Quando il liceo era in presenza, entravo alle 9.45 e restavo fuori casa 12 ore filate, tra scuola, allenamento con la Serie A e con la giovanile. La Dad mi ha aiutato a gestire meglio il tempo ma mi manca il contatto con i compagni: i miei due migliori amici sono a scuola con me. Facendo sport ho delle agevolazioni nelle interrogazioni e nelle presenze”. Un supporto fondamentale visto che Nicolò ha necessità particolari essendo un atleta nel giro azzurro e, come rinforzo della Stella Azzurra Roma, partecipa alla Next Gen continentale di Eurolega. Ma a scuola, se la cava più che bene. Come Piccin.

Anche per Lorenzo, che aveva chiuso in doppia doppia (18 punti, 11 rimbalzi di media) l’ultima edizione della Next Gen Cup IBSA, il salto con la Serie A non è stato semplice. “E’ molto diverso giocare in prima squadra rispetto alle giovanili: questa è la prima stagione, anche se ho iniziato ad allenarmi con la A l’anno scorso, nella quale sento di far parte davvero di un gruppo e di non essere solo il giovane a cui tutti vogliono bene. La diversità in campo non è solo una questione fisica, di concentrazione: bisogna anche capire e farsi capire in inglese. Per fortuna i compagni ti aiutano”. “C’è voluto qualche mese perché mi abituassi al tipo di allenamento della Serie A – ammette Virginio -, sentirmi davvero parte del gruppo e, nel mio piccolo, avere la sensazione di riuscire a dare un contributo concreto alla squadra. Ho la fortuna di avere compagni fantastici, Luis Scola è un campione anche fuori campo, è il primo che ti dà dei consigli, quello che mi ha sostenuto nel momento del debutto: ogni giorno impari qualcosa da lui”. Tutti e due hanno in squadra esempi importanti di giocatori, poco più grandi loro, che sono riusciti a giocare al massimo livello e a laurearsi: Nicola Akele e Giovanni Vildera a Treviso, Giancarlo Ferrero e Giovanni De Nicolao a Varese: “Il consiglio che mi ha dato il mio capitano – dice Virginio di Ferrero – e di non smettere di studiare, perché poi riprendere, come ha fatto lui, rende tutto più difficile. Lo seguirò”. Piccin e Virginio, due ragazzi ancora in età per la Next Gen Cup già partiti in quintetto in Serie A. Non è un sogno, se lo sono meritato.

 

Ufficio Stampa LegaBasket
Foto: FIBA

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