Christian Burns manda un’istanza bonaria alla FIP per essere considerato italiano a tutti gli effetti

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Potrebbe scoppiare un nuovo caso, con eventuale stravolgimento delle pratiche relative ai tesseramenti, nel campionato italiano. Il problema lo ha sollevato Christian Burns, lungo della Leonessa Brescia, insieme ai propri legali e agenti. Il giocatore è nato a Trenton, nel New Jersey, ma in seguito al matrimonio con una ragazza italiana ha ottenuto il passaporto tricolore e, dalla legge, è considerato a tutti gli effetti italiano.

Le regole della FIP sono però differenti: è considerato italiano solo chi ha giocato per almeno 5 anni in una squadra giovanile italiana, il cosiddetto “formato”, oppure chi milita nel nostro campionato da prima del 2012 (ad esempio Bruno Cerella, “sanato” come altri colleghi da una delibera dello stesso anno). Burns, non avendo nessuno dei due requisiti, è considerato dalla Federazione un Bosman A, che non può essere inserito nel tetto minimo obbligatorio di 5 italiani da tesserare per una stagione, bensì tra i comunitari.

Una pronuncia del Consiglio di Stato ha però reputato illegittima e incostituzionale la distinzione che la FIP fa tra “formato” e “passaportato”, equivalenti invece davanti alla legge italiana. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, quindi, Burns e i suoi legali vogliono sfruttare quest’ultima pronuncia per costringere la Federazione a rivedere le proprie regole, facendo così del giocatore un italiano a tutti gli effetti anche per il basket (ed eventualmente la Nazionale), oltre che per la legge italiana. Per farlo è stata inviata alla FIP un’istanza bonaria, se verrà rigettata si proseguirà per vie legali.

Francesco Manzi

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