Il presidente federale Gianni Petrucci ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport ripresa da Sportando, parlando del futuro dell’Italbasket: “Cresceremo, puntiamo in alto con i nostri giovani”. Ha spiegato che “prima c’era il paragone con la pallavolo, ora col tennis. Per principio non accetto paragoni, perché ognuno è uno sport diverso, con specificità diverse”.
Il passaggio che probabilmente farà più discutere è stato sul tema dei giovani, Petrucci ha ammesso come molti ragazzi italiani, pur promettenti, non trovino spazio: “Se questi ragazzi non giocano perché i club preferiscono puntare sugli stranieri o comunitari che dir si voglia, che cosa possiamo fare noi?” ha detto, osservando che la Federazione da sola non può imporre ai club di cambiare le loro scelte, dato che “sono loro che mettono i soldi, giustamente, e dicono la loro”.
A questa obiezione, Petrucci replica con realismo e fiducia: “Il lavoro è l’unica soluzione che conosco, non esistono formule magiche o Under che debbano giocare per forza. Devo dire che ci sono tanti ragazzi forti, sono davvero fiducioso”. La soluzione sarebbe quindi l’obbligo di giocatori italiani in campo? Secondo il numero uno della FIP, no: “Non serve, gli allenatori non
vogliono essere condizionati. Ritorniamo sempre allo stesso punto. Che forza può avere Petrucci o la federazione di dire agli imprenditori: ‘La riforma del campionato è questa e voi dovete accettarla’. Mi risponderebbero ‘Caro Petrucci, mettici tu i soldi e gioca da solo'”.
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