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Pozzecco racconta la sua Italbasket: “Siamo una grande famiglia. Su Gallinari e Fontecchio…”

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Gianmarco Pozzecco ha raccontato a La Gazzetta dello Sport le sue prime settimane da commissario tecnico della Nazionale. Il Poz ha parlato della sua prima vittoria in Olanda e poi ha svelato diversi retroscena sulla squadra, fra i quali un siparietto con Baldasso e l’assegnazione del ruolo di capitano.

Un primo successo complicato e sofferto, come tutte le cose che mi riguardano. Sto vivendo questo ruolo con grande senso di responsabilità, nessun allenatore crede negli italiani più di me, è fuor di dubbio. Contro l’Olanda sentivo la pressione ma la squadra ha risposto bene, si è visto anche un gioco di qualità, sono felice specialmente per le persone che hanno creduto in me, vale a dire il presidente Petrucci e il direttore Trainotti. I giocatori mi conoscono, sono un tipo diretto ma per mantenere buoni rapporti serve la credibilità che nasce dalle vittorie. E serve la condivisione delle scelte, ad esempio l’altra sera Baldasso mi ha detto “Ti ucciderei perché non mi hai fatto giocare ma ti voglio bene lo stesso”. Giusto che fosse arrabbiato ma ha capito e rispettato la decisione, questo è lo spirito che serve, tutti torneranno utili, siamo e saremo una famiglia allargata, una coesione del genere vale più di una vittoria.

Poi Pozzecco ha parlato singolarmente di alcuni degli azzurri più rappresentativi, riservando parole speciali a ognuno di loro. Simone Fontecchio è stato accostato alla NBA, il legame speciale fra Gigi Datome e Nik Melli, il ruolo che avranno Danilo Gallinari e Nico Mannion.

Simone Fontecchio

In Serie A gli italiani sono subordinati agli stranieri che hanno le maggiori responsabilità, a parte alcuni big. All’estero il concetto è ribaltato: i nostri, da stranieri, devono fare la differenze ed essere molto performanti. A Fontecchio ho detto che nel giro di due anni deve arrivare in NBA da protagonista. Lui è il nostro Andrea Meneghin, non potrei fargli complimento più bello.

Gigi Datome e Nicolò Melli

Datome è sempre positivo, dentro e fuori dal parquet, ha una grande anima e siamo molto in sintonia, ci capiamo con uno sguardo. Melli è unico, non ho mai visto un giocatore così decisivo sui due lati del campo, non può essere paragonato a nessuno di oggi o di ieri, è un collante che ci darà gli equilibri giusti. Volevo lui come capitano ma mi ha risposto che dovevo scegliere Gigi e anche Datome si è un po’ risentito. Insomma, entrambi mi hanno rimbalzato ma ho capito quanto tengano l’uno all’altro.

Danilo Gallinari e Nico Mannion

Gallinari deve essere se stesso, ovvero il giocatore italiano più forte. Mi aspetto che sia protagonista assoluto questa estate ma per trascinarci deve uscire fuori dai canoni americani e riadeguarsi a un contesto di gioco europeo. Mannion? Ha avuto tanta sfortuna ma voglio assolutamente recuperarlo, con me avrà sempre spazio.

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