La Spagna lotta con oroglio, ma gli Usa controllano e vanno in finale

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Ennesimo capitolo dell’eterna sfida olimpica tra gli Usa e la Spagna, che si trovano contro per la quarta Olimpiade di fila, per la prima volta in semifinale. La Spagna è sfavorita, ma dopo le eroiche finali di Pechino e Londra, vuole farsudare le proverbiali sette camicie anche a Rio a Anthony e compagni.

Gli Stati Uniti iniziano la partita cercando subito il dominio attraverso il loro gioco molto fisico, fatto di penetrazioni e di tanti possessi in più grazie al lavoro a rimbalzo, che mette in seria crisi la Spagna, nonostante sia una delle squadre migliori a rimbalzo della rassegna a cinque cerchi. Gli iberici non si scoraggiano e si affidano al solito intramontabile Gasol, in dubbio alla vigilia per un problemino al polpaccio, che gli permette comunque di portare a scuola Cousins. Gli uomini a stelle e strisce però sfruttano tutto il loro potenziale offensivo e chiudono avanti 27 a 16 i primi dieci minuti. Nel secondo periodo la Spagna alza le maglie in difesa, trovando in attacco l’appiglio di tutti i suoi uomini migliori, ma anche di qualche comprimario dalla panchina. I favoritissimi si appoggiano sulla serata balistica perfetta di Thompson, risvegliatosi dalla partita contro la Francia. Una sua tripla permette ai suoi di chiudere il primo tempo avanti 39 a 45 e con un minimo di tranquillità in più. Da segnalare i 5 tecnici fischiati in 20 minuti da un arbitraggio troppo protagonista.

K0Z1H72xjkyhPi0Dcft4QQLe Furie Rosse sono sempre in partita, ma gli avversari non danno mai l’idea di perdere il controllo della situazione. Gasol punge di continuo in attacco, ma Jordan riceve minutaggio continuo e fa il bello e cattivo tempo nel pitturato offensivo, ben supportato dai compagni. Irving ci mette il carico da 90 per impedire sul nascere ogni tentativo di rimonta, ma a dieci minuti dalla fine il 57 a 66 offre delle speranze di rimonta. Speranze che restano vane, perchè anche nei 10 minuti finali gli Usa controllano con relativa facilità, pur non scrollandosi mai di dosso una Nazionale di talento e carattere. I vari Rodriguez e Mirotic ci provano, ma qualche tiro decisivo non entra e allora dall’altra parte si chiudono i giochi. Termina 76 a 82 una partita scontata, ma che è realmente esistita al di là dei pronostici. A Scariolo rimane il rammarico per le strane sconfitte con Croazia e Brasile, che magari avrebbero potuto riservare un altro argento se finite diversamente. Ora testa alla finale per il terzo e quarto posto, mentre gli USA attendono una tra Australia e Serbia, già affrontate ed entrambe battute sul filo di lana nel girone iniziale. L’oro sarà davvero una formalità? Speriamo di no.

 

Bernardo Cianfrocca

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