La notizia ha gelato il mondo del basket italiano: ad Achille Polonara è stato diagnosticato una leucemia mieloide acuta (LMA) e nei prossimi giorni dovrà affrontare un trapianto di midollo.
Oggi Polonara si trova a Valencia, dove sta seguendo una cura sperimentale; il giornalista Nicolò De Devitiis de Le Iene lo ha incontrato e ha trascorso 48 ore con lui, raccontando in prima persona la battaglia che il giocatore sta affrontando dentro e fuori dal campo.
“C’è stato un momento in cui ho pensato di farla finita, ho pensato di aprire la finestra e buttarmi giù dal balcone. Poi ho pensato ai miei figli e a mia moglie e non l’ho fatto ma c’è stato un momento in cui l’ho pensato per davvero”.
Una dichiarazione densa e drammatica che mette a nudo il peso psicologico di una diagnosi così grave, oltre alla sofferenza fisica. Polonara non nasconde il fardello delle paure e dei pensieri oscuri: la sua testimonianza è anche un appello alla fragilità umana dietro la maglia e la carriera.
La terapia in corso e il trapianto di midollo: cosa sappiamo
Polonara sta seguendo una terapia sperimentale mirata a controllare la malattia in vista del trapianto di cellule staminali ematopoietiche (trapianto di midollo), che è programmato nei prossimi giorni. Questo intervento rappresenta spesso l’opzione migliore per raggiungere la remissione nelle forme acute di leucemia mieloide, ma comporta rischi e un lungo periodo di recupero.
Il centro medico valenciano ha dichiarato che, se il decorso terapeutico procederà senza complicazioni, esiste la concreta possibilità che Polonara possa tornare in campo a febbraio, vestendo nuovamente la maglia della Dinamo Sassari.
L’impatto umano: famiglia, squadra e tifosi
La testimonianza raccolta da De Devitiis mette in evidenza come la malattia non colpisca soltanto il fisico ma anche l’equilibrio emotivo. Polonara ha parlato del peso dei pensieri più cupi e del motivo che lo ha trattenuto: la famiglia — la moglie e i figli — che rappresentano il suo primo motivo di resistenza e speranza.
Anche la Dinamo Sassari e i compagni di squadra hanno espresso vicinanza e supporto: nel basket italiano e nella comunità dei tifosi, la notizia ha raccolto immediata solidarietà, con messaggi e iniziative di sostegno rivolte al giocatore e alla sua famiglia.
Un possibile ritorno in campo: prudenza e ottimismo
Il medico che segue Polonara a Valencia ha provato a fornire un orizzonte realistico ma cauto: “Se tutto andrà bene, potrà tornare in campo a febbraio con la maglia della Dinamo Sassari.” Una data che oggi suona più come obiettivo che come certezza, perché il successo del trapianto e la risposta al trattamento sperimentale determineranno i tempi reali del recupero. I mesi successivi al trapianto sono fondamentali per valutare la ricostituzione del sistema ematologico e la capacità di riprendere un’attività sportiva ad alto livello.
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