Andrea Trinchieri

Andrea Trinchieri: “L’allenatore moderno deve essere come Giulio Andreotti”

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Andrea Trinchieri ha tracciato un interessante quadro dello stato di salute del basket italiano, suggerendo alcuni miglioramenti. Il valore delle esperienze all’estero, la necessità di lavorare più e meglio sul reclutamento nelle scuole, le caratteristiche che deve avere l’allenatore moderno, “trasversale come era Giulio Andreotti”.

I giocatori italiani crescono bene all’estero perché hanno la possibilità di prendersi responsabilità. Non conosco altri modi per crescere se non affrontare problemi e portare il sederino fuori dalla comfort zone. Poi ci sono le caratteristiche individuali, ad esempio Fontecchio ha preso porta in faccia ma quando ogni cosa è andata al suo posto è diventato il giocatore straordinario di adesso. Farà bene anche in NBA. Non è questione di essere esterofili, abbiamo un’ottima scuola allenatori e magari il prossimo Fontecchio nascerà in Italia. Dobbiamo cercare dei telai ma abbiamo tutti i presupposti per svilupparli. Non basta creare i campetti, pensate che a Monaco ci siano tanti playgroun? Il problema del nostro basket è che molti ragazzi scelgono la pallavolo. Quando ho iniziato, da giovane, mi mandavano a fare appostamenti davanti alle scuole elementari, dovevo fare una lista dei bambini più alti e parlare i genitori, convincerli a portarli in palestra per una prova.

Poi Trinchieri ha parlato del prototipo di allenatore moderno.

Il coach del 2022 deve essere trasversale e interdisciplinare, deve saper fare tante cose, non basta più saperne fare una, seppur molto bene. Giulio Andreotti era così. A volte bisogna prendere il giocatori per il collo, altre accarezzarli, parlare con chi non vuole ascoltare e ascoltar e chi vuole sempre parlare. Tutte le squadre sono disomogenee, come il mondo in cui viviamo.

Infine una battuta sulla Nazionale.

Per crescere un movimento non può prescindere dalla Nazionale. Penso che gli Europei siano stati un ottimo volano, siamo nella direzione giusta. L’Italia ha giocato la più bella pallacanestro emotiva che abbia mai visto.

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