La stagione dei Chicago Bulls è partita con l’infortunio, l’ennesimo, di Derrick Rose (solo due settimane di stop) e la vittoria sui Milwaukee Bucks in cui Jimmy Butler ha ripreso da dove aveva lasciato: dominando.
Il MIP della passata stagione è ormai riconosciuto da tutti come il vero leader dei Bulls, che sembrano essersi messi il cuore in pace sul versante-Rose, un giocatore ormai lontano dagli standard pre-infortunio e troppo fragile per poter continuare ad essere il volto della franchigia. Butler e Rose potevano formare insieme uno dei backcourt più forti dell’NBA, ma appunto per le condizioni fisiche del playmaker probabilmente non arriveranno mai a questo risultato.
Ciò che ora scuote i Bulls è però una notizia riportata da Joe Cowley del Chicago Sun-Times, secondo cui “Butler considererebbe Rose un amico, ma non avrebbe rispetto della sua etica di lavoro”. Il pensiero è stato spiegato in questo modo: dovendo essere D-Rose il go-to-guy dei Bulls, a Butler avrebbe dato fastidio che non si impegnasse a dovere in allenamento.
Una situazione che dunque si complica, nonostante non sia una completa novità: dopo l’eliminazione agli ultimi Playoffs contro i Cleveland Cavaliers si era già parlato infatti di una forte tensione tra Butler e Rose, probabilmente il rinnovo da 90 milioni in 5 anni del #21 in estate non ha fatto che rendere le cose ancora più difficili. Entrambi vogliono essere le superstar in una squadra che da troppo tempo non raggiunge traguardi importanti nella post-season, ma quando nello stesso spogliatoio ci sono due “maschi-alpha” come loro è dura farli convivere. Al Media Day, Rose aveva dichiarato di essere già concentrato sulla free agency 2017. Coincidenze?