Quando Giorgio Armani decise, nel 2008, di entrare ufficialmente nel capitale dell’Olimpia Milano, non stava semplicemente sostenendo un club sportivo. Quella mossa, che all’inizio poteva sembrare un azzardo, era in realtà il primo passo di un progetto destinato a segnare profondamente la storia del basket italiano.
L’analisi pubblicata da Sport & Finanza fotografa bene la portata di questo impegno. Dal 2008 ad oggi, Armani, scomparso tre settimane fa a 91 anni, ha investito complessivamente 226 milioni di euro nel club milanese, tra versamenti di capitale e sponsorizzazioni garantite dal gruppo. Una cifra impressionante, che ha rappresentato quasi la metà dei ricavi complessivi dell’Olimpia in questi anni, stimati intorno ai 395 milioni. Senza quell’apporto diretto, il progetto tecnico e sportivo della società non avrebbe avuto la stessa continuità, né tantomeno la forza di competere ai massimi livelli nazionali e di EuroLega.
Il bilancio sportivo di questo investimento racconta di 15 trofei conquistati: 6 scudetti, 4 Coppe Italia e 5 Supercoppe. In termini medi, ogni successo è costato circa 15 milioni di euro di sostegno economico, una proporzione che rende l’idea della dimensione dell’operazione. La Milano di Armani è tornata ad essere la squadra di riferimento in Italia, pur senza riuscire a sfondare definitivamente nel contesto europeo.
Se le vittorie hanno restituito prestigio al club, i conti hanno mostrato spesso una realtà più complessa. Negli anni dell’era Giorgio Armani, l’Olimpia ha accumulato perdite aggregate pari a 27 milioni di euro, con 6 esercizi chiusi in rosso. Nel 2024, ad esempio, i ricavi hanno superato i 40 milioni, un record storico, ma solo grazie a un contributo diretto del gruppo Armani pari a 21.6 milioni, superiore alle entrate derivanti da sponsor, ticketing e merchandising messi insieme. Una dipendenza strutturale che dimostra come il modello milanese sia stato sostenibile solo grazie al mecenatismo del suo proprietario.
Oggi il bilancio complessivo dell’esperienza Armani è duplice. Da un lato, ha permesso all’Olimpia di tornare grande, di dominare in Italia e di ripresentarsi stabilmente sul palcoscenico europeo. Dall’altro, ha reso evidente che senza il supporto del patron il club non avrebbe potuto reggere lo stesso livello di competitività. Il monte ingaggi, che nel 2024 ha toccato i 22.3 milioni di euro, è un esempio lampante della pressione che il club deve sopportare per restare al top.
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