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Gianmarco Pozzecco: “Vi spiego il rapporto fra professionismo e divertimento”

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Non solo Gianni Petrucci, spazio anche per Gianmarco Pozzecco nell’evento Il Foglio a San Siro 2023.

Il quotidiano ha organizzato una giornata di incontri e interviste con i protagonisti dello sport italiano. Anche il ct dell’Italbasket è intervenuto, toccando (a modo suo) diversi aspetti molto interessanti.

Il rapporto professionismo – divertimento

Ho sempre rappresentato qualcosa di strano, un nano che si divertiva. Gli allenatori soffrivano con me perché esigevano professionalità e non concepivano il divertimento associato alla professionalità, io ero diverso e la mia grande fortuna era quella di divertirmi. Ora da coach esigo che i miei giocatori si divertano. Mi diverto anche come allenatore, soprattutto durante la settimana, nella preparazione, poi la partita mi stressa. Il presidente ha la mia stessa filosofia, mi ha aiutato molto nell’Europeo a Milano nel mantenermi felice. Ho la fortuna di allenare una generazione professionale, forse anche troppo. Sono giocatori che hanno una grande cura del proprio corpo, io li responsabilizzo e aggiunto la parte del divertimento. Spesso si pensa che gli atleti debbano pensare allo sport 24 ore al giorno, invece devono avere anche la loro vita.

Il Mondiale, i convocati e il fattore C

Nelle Filippine lo sport nazionale è la pallacanestro però è meglio essere considerati la squadra da battere che un underdog. Girone sulla carta semplice, ma la componente culo è meglio averla nelle fasi successive. Nelle Olimpiadi del 2004 fummo fortunati beccando Portorico ai quarti e ne abbiamo usufruito. Convocare Belinelli, Hackett e Datome ? È una domanda che mi mette in difficoltà, sono ragazzi con cui ho giocato e che adoro. Per me è complicato non chiamarli, ma il presidente mi dà un sacco di soldi per fare una squadra forte. Devo essere cinico, anche se il cinismo non comporta mancanza di rispetto.

Lo Scudetto e il poco spazio agli italiani

Milano parte favorita sulla Virtus ma può succedere di tutto. In questi anni ho avuto la possibilità di provare molti giocatori, ci lamentiamo che ci sono pochi italiani forti ma in realtà dovremmo farli giocare e responsabilizzarli di più. Contano più le responsabilità che si hanno del tempo di utilizzo.

 

Foto: FIBA

 

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