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Giannis Antetokounmpo dopo il bronzo europeo: “Per un giorno e mezzo mi sono sentito in discussione”

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Dopo 16 anni di attesa, la Grecia torna a festeggiare una medaglia europea nel basket. A consegnarla ai tifosi ellenici è stato Giannis Antetokounmpo, autore di una prestazione memorabile contro la Finlandia che ha regalato il bronzo alla Grecia e ha, allo stesso tempo, zittito tutti i dubbi che negli ultimi anni avevano accompagnato il suo percorso in Nazionale.

Il campione dei Milwaukee Bucks ha parlato a cuore aperto subito dopo la sirena finale, rivelando il peso emotivo di questo traguardo: “Ho sentito per un giorno e mezzo che la mia legacy era in discussione. Amo quella sensazione, perché ho sempre trovato un modo per rispondere”. Una dichiarazione che racchiude molto della sua storia personale: “Quando i miei genitori non avevano soldi, li aiutavo a vendere cose per strada. Quando i miei genitori erano malati, ho preso la borsa e sono andato a venderle per conto mio. Quando sono arrivato negli USA, ho trovato il modo per portare i miei fratelli e i miei genitori. Poi ho dato ai miei fratelli l’occasione di ricevere un’istruzione migliore. Quindi nella mia vita ho sempre trovato modi per rispondere. Amo quando sono a terra e la gente dubita di me. E ora stavano dubitando di me. Oggi abbiamo vinto la medaglia, e sono molto felice”.

La risposta più forte, però, è arrivata sul parquet. Antetokounmpo ha chiuso la partita con 30 punti (9/11 dal campo e 12/16 ai liberi), 17 rimbalzi, 6 assist e 2 stoppate. Numeri che raccontano il dominio assoluto di un giocatore capace di trascinare i compagni e di imprimere il proprio marchio in un momento che resterà nella memoria collettiva del basket greco, cancellando allo stesso tempo la deludente semifinale da 12 punti persa contro la Turchia.

Non si tratta soltanto di un bronzo: è un traguardo che definisce un’epoca. Per la Grecia significa tornare tra le grandi d’Europa dopo un lungo digiuno; per Giannis è il capitolo più importante della sua storia in Nazionale, la dimostrazione che la sua grandezza non appartiene solo all’NBA ma anche al suo Paese.

Francesco Manzi

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