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I 3 episodi che hanno definito l’era Ettore Messina all’EA7 Milano

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Ieri si è chiuso un capitolo importante della storia recente dell’Olimpia EA7 Milano: Ettore Messina, dopo sei stagioni e mezzo, ha rassegnato le dimissioni da head coach.

Al suo posto sale in panchina Peppe Poeta, già indicato come erede naturale, pronto a raccogliere un testimone pesante ma ricco di valore umano e sportivo.

Quando un ciclo così intenso finisce, la memoria va subito ai momenti che hanno lasciato il segno: quelli che non sono solo risultati, ma emozioni. Ecco i 3 più significativi dell’era Messina.

1. Le Final Four 2021: il sogno europeo che torna a brillare

La notte in cui l’Olimpia tornò, dopo quasi trent’anni, a sedersi al tavolo dell’élite europea è una di quelle da raccontare ai bambini che imparano ad amare il basket.

Il cammino verso le Final Four di EuroLega nel 2021 non è stato solo una cavalcata tecnica: è stata una rinascita emotiva, una dimostrazione che Milano poteva tornare a guardare chiunque negli occhi. La semifinale persa di un soffio resta una ferita, sì, ma anche la conferma che la città era tornata a battere forte.

2. Il 30° scudetto: il simbolo di una città che torna a festeggiare

Lo scudetto numero 30 non è un numero: è un sorriso collettivo. È la scintilla che unisce generazioni diverse di tifosi, è la sensazione di essere tornati dove Milano sente di appartenere.

Sotto Messina, l’Olimpia ha ritrovato solidità, identità, ambizione. E quel tricolore, forse più di ogni altra cosa, racconta la riuscita di un percorso.

3. L’arrivo dei grandi campioni: la nascita di una famiglia

Uno dei tratti più emozionanti dell’era Messina è stato vedere arrivare a Milano giocatori che non sono solo campioni, ma uomini capaci di creare una cultura, arrivati principalmente per essere allenati da uno dei migliori coach europei di sempre.

Milano ha abbracciato Kyle Hines, cuore, leadership e sacrificio; Sergio Rodriguez, il bagliore del talento puro; Gigi Datome, un simbolo dell’Italia che ama la palla a spicchi e Nicolò Melli, tornato per guidare il gruppo con intelligenza e carisma, prima di quell’addio travagliato che ben conosciamo.

Non solo acquisti: le colonne emotive di una squadra che voleva vincere, ma anche rappresentare qualcosa.

Un ciclo che si chiude, un’eredità che resta

L’avventura di Messina a Milano non è stata soltanto una parentesi sportiva: è stata un pezzo di storia. Ha portato visione americana in Europa, ha portato identità, ha riportato orgoglio.

Adesso tocca a Peppe Poeta raccogliere tutto questo e trasformarlo nel prossimo capitolo. Perché se è vero che un ciclo si chiude, è altrettanto vero che l’emozione del basket non finisce mai: cambia forma, cambia voce, ma continua a battere.

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