Butle Miami Heat

I numeri pazzeschi della crescita dei Miami Heat nei Playoffs

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I Miami Heat sono letteralmente un’altra squadra rispetto alla regular season.

Battendo 103-84 i Boston Celtics al Garden, gli Heat sono diventati la seconda squadra nella storia ad arrivare alle Finals partendo dall’ottavo posto. Ci sono riusciti i New York Knicks nel 1999, inchinandosi poi ai San Antonio Spurs nell’ultimo atto. L’impresa di Miami però è ancora più incredibile se si pensa che aveva perso la prima sfida dei play-in e si trovava sotto a 3 minuti dalla fine della seconda gara con i Chicago Bulls.

Da lì in poi è cambiato tutto. Buttati fuori i Milwaukee Bucks, testa di serie #1, nonostante l’infortunio di Tyler Herro, poi eliminati i New York Knicks e infine la vittoria sui Celtics, arrivato alla post-season con il seed #2. Miami ha chiuso la regular season con una differenza punti negativa, da 30a per punti realizzati, 27a nei rimbalzi, 25a negli assist e nell’offensive rating, 21a per valutazione. Insomma, statistiche che mai avrebbero fatto pensare alla vittoria della Eastern Conference.

Il simbolo più evidente della trasformazione è Jimmy Butler, premiato come MVP delle finali di Conference. Nella post season segna oltre 5 punti di media in più a partita ed è cresciuto in tutte le voci statistiche.

Altro caso è Caleb Martin, da giocatore ai margini della lega a elemento decisivo nel giro di pochi mesi. Ha toccato quota 20 punti solamente in quattro partite di regular season ma in altrettante di playoff, non era mai arrivato a 25 e ci è riusciti due volte nella serie con Boston, compresa la decisiva gara 7.

Infine un dato curioso, oltre a quello che riguarda Kevin Love. Su otto giocatori impiegati da coach Spoelstra in gara 7, ben cinque erano undrafted, a dimostrazione della capacità degli Heat di scovare il talento anche in giocatori insospettabili.

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