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Italbasket, il futuro dopo EuroBasket: ecco la nuova generazione azzurra verso Los Angeles 2028

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Dopo la disfatta di EuroBasket 2025 e le dimissioni di Gianmarco Pozzecco, l’Italbasket è chiamata a voltare pagina. La prossima Nazionale non potrà più contare sui veterani che hanno chiuso un ciclo senza medaglie, ma dovrà ripartire da una nuova generazione, composta da giocatori nati dal 1995 in poi.

L’obiettivo è chiaro: costruire un gruppo competitivo che possa tornare alle Olimpiadi 2028 e finalmente rompere il tabù dei quarti di finale.

I playmaker del futuro: Pajola, Mannion e Spagnolo

La cabina di regia azzurra sarà nelle mani di tre profili diversi ma complementari:

  • Alessandro Pajola (1999), già leader difensivo della Virtus (e da poco capitano) e della Nazionale, chiamato a diventare il nuovo collante della squadra;
  • Nico Mannion (2001), talento offensivo capace di creare dal palleggio e aprire il campo, anche se deve fare il salto di qualitò;
  • Matteo Spagnolo (2003), playmaker moderno e versatile, in crescita costante e quest’anno al Baskonia, con Paolo Galbiati come coach, che l’ha già avuto a Cremona e che ha trasformato Niang in quello che è oggi, deve definitivamente esplodere.
Esterni di talento: DiVincenzo, Sarr e Bortolani

Il grande nodo resta Donte DiVincenzo (1997 dei Minnesota Timberwolves), che deve scegliere con convinzione di sposare il progetto azzurro. La sua esperienza NBA porterebbe qualità, mentalità vincente e leadership. Accanto a lui ci sono due prospetti in rampa di lancio:

  • Dame Sarr (2006), il futuro del basket italiano, già osservato speciale da tutta Europa, prossimo giocatore di Duke e con un domani (quasi) certo in NBA;
  • Giordano Bortolani (2000), tiratore affidabile, utile per dare profondità al roster e alla prima vera esperienza da titolare quest’anno a Cantù.

dame sarr

Ali offensive: Fontecchio e Procida
  • Simone Fontecchio (1995), il go-to-guy offensivo, oggi il miglior realizzatore azzurro e già protagonista in NBA.
  • Gabriele Procida (2002), atleta esplosivo e con ampi margini di crescita, destinato a diventare un punto fermo dell’Italbasket.
Energia, fisicità e apertura del campo: Niang e Ferrari

Nelle ali forti emergono due profili giovani, atletici e in grado di aprire il campo:

  • Saliou Niang (2004), a EuroBasket ha già dimostrato di meritarsi i gradi da titolare in questo ruolo, senza nemmeno aspettare il 2026;
  • Francesco Ferrari (2005), lungo versatile e moderno, capace di correre il campo e difendere più ruoli, oltre che fresco MVP di EuroBasket U20.
Sotto canestro: Diouf e Totè

Il futuro del reparto lunghi parla chiaro:

  • Momo Diouf (2001), energia pura e rimbalzi, la seconda vera sorpresa di EuroBasket 2025 insieme alla rivelazione Niang;
  • Leonardo Totè (1997), che ha già mostrato solidità in Serie A ed è chiamato alla consacrazione al livello più alto.
Il dubbio Melli

Unico punto interrogativo riguarda Nicolò Melli (1991). Il capitano potrebbe decidere di restare fino al 2028 per accompagnare il nuovo ciclo, forte della sua esperienza e della leadership difensiva. Tuttavia, molto dipenderà anche dalla crescita di Luigi Suigo (2007), centro che sta dominando a livello giovanile, e Maikcol Perez (2007), ala che sembra possa seguire le orme di Saliou, con però la differenza che proverà ad arrivare all’NBA tramite l’NCAA.

Conclusione: ricostruire con coraggio

L’era Hackett-Belinelli-Datome-Gallinari-Melli è ufficialmente finita senza titoli. Ma anche quella Spissu-Tonut-Fontecchio-Polonara-Melli. Ora è tempo di guardare avanti: l’Italbasket deve puntare sui giovani, responsabilizzarli e costruire un progetto che non si limiti a “partecipare”, ma che riporti finalmente l’Italia ai vertici del basket europeo e mondiale.

Il futuro è già scritto nei nomi di questa nuova generazione: sta alla FIP e al prossimo CT saperli valorizzare e trasformarli in una squadra vincente.

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