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Le 6 triple iconiche della carriera di Steph Curry

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La premessa doverosa è una lista del genere difficilmente troverà consensi unanimi. Steph Curry ha segnato (per ora) 2.977 canestri da tre punti nella sua carriera NBA, molti dei quali difficilissimi e con un’importanza capitale per l’economia della partita, diversi addirittura capaci di indirizzare una stagione intera.

Estrapolare qualcuno di questi canestri è difficilissimo ma qui abbiamo scelto quelli che, a nostro avviso, esemplificano al meglio il talento del giocatore. Ce ne sono di decisivi, di storici come quello di stanotte e alcuni semplicemente complicatissimi. Tutti però offrono uno spaccato diverso della classe immensa di Steph Curry.

 

14 Dicembre 2021 @ New York Knicks

Non è una tripla influente ai fini del risultato e non presenta un coefficiente di difficoltà elevatissimo, almeno per gli standard di Curry. Ma comunque è quella con cui scrive la storia, una giocata che rimarrà negli annali di questo sport e che gli appassionati ricorderanno praticamente per sempre. Nel corso del primo quarto di una sfida di regular season al Madison Square Garden, Curry insacca il canestro da tre punti n. 2974 della sua carriera NBA, superando così Ray Allen.

8 Marzo 2015 vs Los Angeles Clippers

Non è una giocata decisiva ma probabilmente è una delle più spettacolari viste su un parquet nell’ultimo decennio. Un canestro altamente esemplificativo del talento immenso di Steph Curry. Riceve un consegnato, entra all’interno dell’arco, viene circondato da quattro giocatori, se ne libera con una serie velocissima di finte in palleggio, poi spara dalla punta buttandosi indietro per bruciare la retina.

 

16 Maggio 2015 @ Memphis Grizzlies

Di canestri da distanza siderale Curry ne ha segnati tanti, alcuni di questi da dietro il centrocampo allo scadere di un quarto. Scegliamo questo per il contesto (fine del terzo periodo di una gara 6 di semifinale di Conference con i suoi avanti 3-2 e il match in equilbrio) ma anche per la naturalezza con cui compie il gesto. Ovviamente è costretto a uno slancio in avanti con il corpo e con il braccio ma la meccanica di tiro non differisce molto da quella di una tripla da distanze più “umane”. Anche l’analisi di questi particolari fa capire quanto siano straordinarie le doti di questo giocatore.

 

23 Aprile 2015 @ New Orleans Pelicans

Canestro totalmente senza senso, dall’angolo, con tre avversari addosso, dopo aver appena sbagliato un altro tiro. Una giocata pazzesca che vale il pareggio a quota 108 in una gara di playoff sul campo dei New Orleans Pelicans, poi vinta dagli Warriors in overtime. Una tripla che fa capire la velocità di pensiero di Curry, lesto a portarsi nell’unico punto del campo in cui avrebbe potuto ricevere dopo il rimbalzo offensivo, guadagnando quella frazione di secondo che gli è sufficiente per rilasciare il pallone con qualche millimetro di spazio.

 

14 Giugno 2015 vs Cleveland Cavaliers

La giocata che indirizza le Finals del 2015 verso i Golden State Warriors. Quarto periodo di gara 5 con la serie sul 2-2, Curry con la palla in mano con i suoi sul +7 a meno di tre dalla fine. Accenna un paio di pick and roll con Green, poi si sposta sul lato sinistro e si “cucina” Dellavedova con un paio di crossover, per poi tirare in step back. Difesa super competente dell’australiano ma non c’è niente da fare, arriva il +10 che mette in ginocchio i Cavs. Anche perché poco dopo Cleveland, tornata -5, viene ricacciata indietro da un’altra giocata da fenomeno.

 

28 Febbraio 2016 @ Oklahoma City Thunder

Gli Warriors recuperano il rimbalzo in difesa, dopo un errore di Westbrook, sul 118-118 a 7″ dal termine dell’overtime. Avrebbero ancora un timeout da chiamare ma non lo fanno, in modo apparentemente inspiegabile. Palla affidata a Curry che supera la metà campo quasi trotterellando, si arresta poco dopo la linea e tira con una naturalezza disarmante. Solo rete e vittoria per Golden State. Con quel canestro Steph riscrive il record di triple (12) segnate in una singola partita, che verrà aggiornato da lui stesso qualche mese più tardi e battuto ancora nel 2018 da Klay Thompson.

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