Morto Silvio Berlusconi, il basket fra i suoi pochi insuccessi imprenditoriali

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Silvio Berlusconi è morto questa mattina, 12 Giugno, all’età di 86 anni.

Se ne va una figura controversa che al di là di ogni opinione ha segnato in maniera indelebile la storia del Paese. Imprenditore e politico ma anche grande appassionato di sport: negli ultimi 30 anni non c’è stato giorno in cui il suo nome, nel bene o nel male, non sia stato tirato in ballo in tv, al bar o nelle piazze.

Dal 1986 al 2017 è stato proprietario del Milan, attualmente era il patron del Monza. Una passione per il basket mai nascosta ma la sua storia sportiva ha anche sfiorato il basket.

Nel 1986, comprato il Milan, progetta la creazione di una polisportiva e nel 1989 acquista anche le squadre milanesi di baseball, hockey, pallavolo e rugby. Nel progetto doveva rientrare anche l’Olimpia Milano, era tutto fatto e c’era anche un contratto firmato fra la polisportiva di Berlusconi e il proprietario dell’epoca, Giovanni Gabetti. Si mise di traverso il figlio di Gabetti, Gianmario, che per togliere il disturbo dall’azienda immobiliare di famiglia pretese che gli lasciassero l’Olimpia. Toni Cappellari che ha raccontato l’aneddoto parla anche del contratto signorilmente strappato da Berlusconi. La mancata aggiunta dell’Olimpia è stata spesso identificata come la causa primaria del fallimento del progetto Polisportiva Milan. Dopo cinque anni di vittorie in tutti gli sport, con grossi investimenti per ingaggiare i migliori giocatori, Berlusconi decise di abbandonare il progetto, ritenuto troppo dispendioso a fronte di uno scarso ritorno d’immagine.

Ma c’è anche l’incredibile mancato ingaggio di Dan Peterson. Nel 1987, finita l’era di The Coach all’Olimpia, Berlusconi e Galliani volevano affidargli la guida del Milan, poi l’americano rifiutò e i rossoneri scelsero Arrigo Sacchi, come spiegò lo stesso Galliani

Berlusconi era un innovatore, così come lo era Peterson e noi pensavamo che l’allenatore dovesse essere innanzitutto un motivatore. Le motivazioni sono uguali in tutti gli sport e credevamo che il coach potesse imparare rapidamente le tattiche del calcio. Alla fine ci disse no e direi che con Sacchi ci è andata bene comunque.

E infine un altro incrocio con l’Olimpia Milano, di cui Galliani è sempre stato un gran tifoso. Nella discesa in campo di Giorgio Armani come sponsor prima e proprietario poi fu decisiva l’intercessione del dirigente e dello stesso Berlusconi.

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