Olimpiadi Rio 2016, Steph Curry: “Sto cercando di far capire a Coach K che voglio esserci; Kobe? Se è in forma, non può mancare”

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Steph Curry, MVP della lega, miglior marcatore della NBA fino a questo momento con 32.4 punti ad allacciata di scarpe e ucurry-christian-petersen-getty-imagesna media irreale di 53.2% di canestri dal campo, ha rilasciato alcune dichiarazioni a FIBA.com riguardo alle prossime Olimpiadi che avranno luogo in Brasile, a Rio, nel 2016.

Curry ha parlato con Coach Krzyzewski, Mr Colangelo e Sean Ford, che fanno tutti parte di Team USA, con l’intento di far capire a quest’ultimi che le sue intenzioni sono quelle di partecipare alle prossime Olimpiadi. Richiesta a dir poco curiosa quella fatta da Steph, dato che, viste le cifre che sta facendo registrare e che probabilmente metterà a referto per tutta la stagione, la sua presenza con la maglia a stelle e strisce sarà quasi scontata. 

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Gregg Popovich sarà l’allenatore di Team USA dal 2020

La point guard degli Warriors ha avuto l’occasione di parlare anche del futuro Coach di Team Usa, Gregg Popovich, che subentrerà nel 2020 proprio a Coach K: “Penso che sia una bella scelta, è uno che sa vincere; Pop trasforma in successo tutto ciò che tocca e sono sicuro che il nostro dominio continuerà anche con lui. So che Popovich riesce a modellare le personalità di ogni giocatore, riuscendo ad unire le abilità di ognuno nel modo migliore, per far sì che si crei una vera squadra.”

Kobe BryantInfine Curry ha voluto parlare anche di Bryant e dell’onore di partecipare ai giochi olimpici: “Vorrei che la squadra sia formata dai ragazzi del Mondiale 2014, ma se Kobe dovesse essere in forma e potesse giocare come ha fatto con Washington (31 punti a referto per Bryant ndr), potrebbe essere difficile pensare di lasciarlo a casa. Se dovesse prendere parte a Team USA son sicuro che aiuterebbe la squadra, e non poco, sta a Coach K capire quale sia la soluzione migliore. Le Olimpiadi sono qualcosa di fantastico, devi rappresentare la tua nazione, e questo è motivo di orgoglio. Spero di avere l’onore di salire sul podio e sentire l’inno statunitense: questo è quello per cui giochiamo.”

 

 

Matteo Gualandris

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