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Quest’Italbasket può andare a medaglia

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Ok, ora starete pensando che siamo matti. E forse fate bene. Ma noi ci crediamo per davvero. E i risultati dell’Italbasket ci stanno dando ragione. Ora però vi spieghiamo tutto il ragionamento che c’è dietro questo titolo.

I GIRONI

Il Gruppo A è composto dall’Italbasket, dall’Angola, dalle Filippine e dalla Repubblica Dominicana, mentre nel Gruppo B troviamo Serbia, Cina, Sud Sudan e Portorico, avversario dell’Italia domani a Ravenna per il “DatHome”. A parte la Serbia, sono 6 squadre mediocri, se non scarse, che dobbiamo – non solo possiamo – battere. E la Serbia non è la squadrone di Berlino che, non so se vi ricordate, comunque abbiamo sconfitto. I balcani sono privi di Nikola Jokic, Vasilije Micic, Milos Teodosic (che ha dato l’addio alla Nazionale), Nikola Kalinic e da poco anche Nemanja Nedovic, che sarebbe stato un titolare in questa Serbia. Insomma, una bella squadra comunque, perché è tornato Bodgan Bodganovic e hanno Nikola Milutinov sotto canestro, ma non una corazzata da medaglia.

I QUARTI DI FINALE

Ai Quarti abbiamo due opzioni possibili, in base a se arriviamo primi o secondi nel girone con la Serbia: o Team USA o una tra Lituania e Grecia. Chiaramente con gli statunitensi – sulla carta – non abbiamo speranza, anche se non è una squadra imbottita di stelle ma di buoni giocatori, soprattutto ottimi difensori. La Grecia l’abbiamo vista l’altra sera e onestamente non ci ha impressionato, mentre la Lituania ha il vantaggio di essere molto più grossa di noi, però non avranno il loro fenomeno, Domantas Sabonis. La formazione baltica è forte, probabilmente più temibile dei greci, ma negli ultimi anni hanno dimostrato poca solidità mentale e spesso si sono sciolti come neve al sole. Quindi, anche loro come la Serbia, non sono i “Monstars”. Che comunque hanno dimostrato di essere battibili in Space Jam.

LA SEMIFINALE

Fatte queste considerazioni, in Semifinale può succedere di tutto. In partita secca possiamo vincere, come possiamo perdere. Solo che in partita secca incontreremmo – in teoria – Team USA, se non cadono con la Serbia, come erano caduti con la Grecia 4 anni fa in Cina. Ecco, diciamo che il discorso della partita secca ha senso ma fino a un certo punto se hai di fronte gli Stati Uniti di 12 giocatori NBA.

Però l’Italbasket ha una caratteristica: il tiro da 3 punti. Con alte percentuali da 3 punti, possiamo davvero vincere contro chiunque. L’abbiamo dimostrato contro Serbia e Francia lo scorso anno. Dall’altra parte del tabellone le favorite sono: Australia, Germania, Slovenia, Spagna, Canada e Francia.

L’ITALBASKET

In tutto questo discorso non dobbiamo dimenticarci degli Azzurri. I nostri ragazzi sono un gruppo bellissimo, dove i giovanissimi sono ben amalgamati con i “vecchietti”. E poi c’è una generazione di mezzo che va da Pajola a Tonut, passando per Fontecchio e Spissu, che fa davvero da collante.

Come dicevamo sopra, il nostro stile di gioco è molto americano, poco adottato in Europa. Tutti sanno tirare da lontano e a rimbalzo ci va chiunque, da Spissu a Melli, con Fontecchio che si è strutturato in maniera pesante a livello fisico nell’anno in NBA.

Chiaramente il tiro da 3 punti ha i suoi pregi e i suoi difetti. Pregio è che, se entra, vinci; Difetto è che, se non entra, perdi. Ma la differenza tra entrare e uscire è la fiducia. E tutti ce l’hanno. Luca Severini, per esempio, tira da dietro l’arco come se non avesse mai fatto altro in vita sua. Quindi questa squadra può davvero – forse più di qualunque altra da quando Datome gioca con l’Italbasket – andare a medaglia.

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