Finale di gara molto movimentato fra Golden State Warriors e Memphis Grizzlies nella nottata NBA.
A 1’14” dalla fine, con i suoi avanti di 2, Stephen Curry viene espulso. La motivazione? Il lancio del suo paradenti, gesto che in NBA comporta l’espulsione immediata. La curiosità però è che Curry non era arrabbiato con un arbitro o con un avversario ma con un suo compagno di squadra. Si tratta di Jordan Poole, colpevole di averlo ignorato in un possesso importante. Nella successiva transizione difensiva Curry ha scagliato il paradenti e ha ricevuto l’espulsione.
L’ulteriore particolarità della vicenda sta nel fatto che lo stesso Poole si è fatto perdonare con il canestro della vittoria, fissando il 122-120 finale a 1″ dall’ultima sirena.
Tutto bene ciò che finisce bene con i due che nel post gara hanno riso dell’accaduto festeggiando il successo. Rientrando negli spogliatoio, infatti, Poole ha lanciato per scherzo il suo paradenti appena ha visto Curry.
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