Svolta STORICA in NCAA: le università potranno PAGARE i giocatori

Home NBA News

La NCAA si appresta a una svolta storica. Ben presto le varie università potranno pagare gli atleti.

La novità deriva da tre sentenze dell’antitrust statunitense, intervenuto su richiesta di alcuni ex atleti che avevano denunciato un uso illegittimo della loro immagine, specialmente nelle dirette televisive delle partite. Gli ex giocatori, infatti, contestavano l’iniquità dovuta al fatto che loro non avessero ricevuto alcun compenso mentre la NCAA e gli atenei per cui giocavano traevano profitti dalle loro performance ma anche dalla loro immagine.

Ci sarà dunque un risarcimento da quasi 3 miliardi di dollari da distribuire a coloro i quali si erano dichiarati parte lesa in questa vicenda. La somma verrà sborsata dagli atenei al 40% e dalla NCAA (trattenendo una quota degli incassi della March Madness) al 60% nell’arco dei prossimi dieci anni.

La sentenza, però, spiana la strada anche alla retribuzione degli atleti (non solo giocatori di basket ma di tutte le discipline) a partire dalla stagione 2025-26. A riguardo la NCAA, dopo decenni di resistenze, ha espresso parere positivo e così hanno fatto anche le cosiddette Power Conference (SEC, Big Ten, Big 12, ACC e Pac-12), dove militano la maggior parte delle università più importanti. La retribuzione avverrà su base volontaria perciò non tutti gli atenei saranno costretti ad aderire e probabilmente quelli delle Division 2 e 3 continueranno a non pagare gli atleti, limitandosi (in alcuni casi) ad assegnare loro borse di studio. Alla base dei pagamenti ci sarà il sistema della revenue share, vale a dire la condivisione delle entrate. Più un ateneo incasserà da diritti televisivi, biglietti, merchandising e sponsorizzazioni, maggiore sarà il budget che avrà a disposizione per pagare i giocatori / studenti.

Il tetto massimo però sarà di 20 milioni di dollari complessivi, una somma che rappresenta poco più del 20% delle entrate di un college con un programma sportivo di alto livello. Una cifra che appare elevatissima ma che in realtà per gli atenei più rinomati non sarà una grande spesa. Anche perché è probabile che tale somma riguarderà solamente gli atleti mentre i tecnici, già adesso inquadrati come professionisti, continueranno a godere di un budget non soggetto a questi vincoli. Una precisazione non di poco conto se si considera che alcuni top coach percepiscono compensi vicini ai 10 milioni di dollari all’anno, vedasi John Calipari a Kentucky (8,5) e Bill Self a Kansas (9,5).

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.