Tracy McGrady: Mancò la fortuna,ma non il valore

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Tracy McGrady

La storia di uno dei più grandi talenti di sempre della storia dell’NBA,Tracy Lamar “T-Mac” McGrady,iniziò il 24/05/79 in Florida a Bartow. Trascorse la sua infanzia alternando il baseball (il suo primo vero amore) alla pallacanestro,salvo poi scegliere quest’ultima. Mamma Melanise decise di iscriverlo alla Auburdale High School,dove il figlio ebbe una stagione da Junior che lo mise in mostra davanti a tutto il paese: 23.1 punti, 4.0 assist, 4.9 stoppate e 12.12 rimbalzi. Quelle cifre gli garantirono l’accesso al Adidas ABCD Camp che si tenne nell’estate dello stesso anno, 1996, nel New Jersey. Inutile dire che Tracy strapazzò tutti e vinse il premio come miglior giocatore della selezione.

Grazie anche a quel prestigioso premio,ricevette un’offerta dall’Accademia di Mount Zion Chiristian a Durham nel North Carolina,ambiente molto stimato da giocatori e addetti ai lavori per via dell’inquantificabile mole di lavoro che “rigenera” professionalmente parlando i vari ragazzi. T-Mac,inizialmente contrario alla proposta,decise di iscriversi e chiuse un’annata memorabile facendo registrare 27.5 punti, 8.7 rimbalzi e 7.7 assist di media a partita. Trascinò la scuola ad un totale di 26 vinte e 2 perse oltre a stabilire il suo record personale di 37 punti e 17 rimbalzi in una sola serata. La sua media punti era la più alta di tutte le High School (che già allora vedevano in lui un potenziale All Star NBA) e venne eletto Giocatore dell’anno da USA Today,celebre rivista statunitense.

A fine anno dovette affrontare una decisione abbastanza delicata,ovvero  quella passare per il College (dove aveva ricevuto delle offerte a dir poco allettanti) oppure provare immediatamente a sfondare nel mondo dei PRO. Il nativo di Bartow,dopo averci pensato a lungo,decise di scegliere la seconda opzione,stimolato dal fatto che Kobe Bryant (suo pariruolo) riuscì ad entrare senza troppe problematiche nella NBA. Decise dunque di rendersi eleggibile al Draft NBA del 1997,suscitando diverso scalpore fra gli addetti ai lavori.  Al Draft,venne chiamato solo alla numero 9 dai Raptors,ma la sera stessa,l’allore General Manager dei Chicago Bulls Jerry Krause aveva organizzato uno scambio immediato per mandare Scottie Pippen a Vancouver in cambio della quarta scelta assoluta, che avrebbe usato per prendere McGrady. Tuttavia,Krause fu costretto ad abbandonare lo scambio quando Michael Jordan minacciò di ritirarsi se fosse andato in porto.

La prima stagione fu un mezzo inferno per Tracy,poco abituato (come ogni rookie,ma ancora di più per un High Schooler) ai ritmi della lega professionistica americana,che costringeva (e costringe) i giocatori e le squadre a muoversi praticamente ogni giorno da una parte all’altra del paese. T-Mac inoltre ebbe anche crisi ambientali,poiché sentiva molto la differenza tra l’Ontario e casa sua,in Florida. Inoltre,alle domande dei giornalisti che chiesero come mai aveva sempre la faccia addormentata, lui rispose che per ammazzare il tempo dormiva anche 13-14 ore al giorno. Da qui derivò il suo soprannome: “The Big Sleep”,ovvero “La Grande Dormita”. Chiuse il primo anno con 7 punti, 4.2 rimbalzi e 1.5 assist.

La stagione del lockout andò leggermente meglio,anche perché  dal Draft  arrivò Vince Carter. Vince e Tracy divennero subito buoni amici e fra loro scoppiò subito un forte legame quando scoprirono di essere cugini (alla lontana,di terzo grado). T-Mac chiuse la stagione con 9.3 punti con 5.7 punti e 2.3 assist ma stabilì anche il suo High di 27 punti in 25 minuti contro Charlotte. L’anno in cui si decise di fare il salto di qualità fu quello seguente,l’annata 1999-‘00, dove con i suoi 15.4 punti, 6.3 rimbalzi e 3.3 assist fu un elemento fondamentale per i Raptors,che grazie al suo costante contributo approdarono,per la prima volta nella loro storia,ai PO,dove vennero eliminati dai Knicks.

A fine stagione si ritrovò Free Agent e,dopo le prime timide offerte da parte dei Raptors,ricevette un’importante offerta da Orlando. Il nativo di Bartow ovviamente non esitò un attimo e firmò immediatamente,desideroso di ritornare a giocare a casa sua, al sole e al caldo. I Magic si presentarono a inizio stagione come una probabile contender,potendo vantare su due fulmini di guerra come Tracy McGrady e Grant Hill. Tuttavia,Tracy dovette trascinare da solo la squadra,complice un infortunio devastante di Hill. Chiuse la stagione con 26.8 punti, 7.5 rimbalzi e 4.6 assist,riuscendo a portare i suoi alla PO (venendo eliminato dai Bucks).

L’anno seguente, 2001-02,il suo rendimento calò in termini di punti segnati,infatti i punti scesero a 25.6 ma salirono gli assist,5.3, e i rimbalzi, 7.9. I Magic riuscirono a centrare l’obiettivo PO per la seconda volta in due anni (ancora orfani di G.Hill),ma vennero cacciati fuori dagli Hornets,con un T-Mac dolorante a dir poco,per via dei problemi alla schiena.

Nel 2002-03 entrò nel ristretto cerchio delle stelle NBA,grazie a 32.1 punti, 6.5 rimbalzi e 5.5 assist a sera. Ancora una volta ai PO,il nativo di Bartow dovette cedere il passo,in sette combattutissime gare,questa volta per mano dei Detroit Pistons. Tuttavia,grazie ai 32.1 punti registrati a gara,Tracy divenne il miglior realizzatore NBA più giovane della storia.

Durante l’estate 2003 i Magic, galvanizzati dall’esperienza fatta nei playoffs, andarono sul mercato decisi a trovare i pezzi mancanti per fare decollare la squadra. Furono acquistati Tyrone Luce e Juwan Howard mentre il contratto di Darrell Armstrong non venne confermato. La stagione iniziò con grandi aspettative, ma dopo la prima vittoria seguirono 18 sconfitte consecutive: non solo Orlando aveva perso il proprio playmaker titolare, ma, ben presto, la dirigenza si accorso dell’impossibilità di utilizzare Howard e Gooden contemporaneamente sul terreno di gioco. L’annata fu tra le più disastrose di sempre per Orlando ma McGrady vinse per il secondo anno consecutivo la classifica marcatori. Complessivamente chiuse con 28 punti, 6 rimbalzi e 5.5 assist,ma disputò solamente 67 gare a causa di diversi problemi alla schiena che iniziarono a tormentarlo. Stabilì anche il suo career-high di punti per una singola partita: 62 contro Washington. Finita la stagione si recò dalla dirigenza,chiedendo di essere ceduto in una squadra competitiva. Dopo un paio di conferme e smentite i Magic decisero di cederlo a Houston (con Lue e Howard) per Steve Francis, Cuttino Mobley e Kelvin Cato.

La stagione 04/05 iniziò abbastanza malamente per i Rockets che non erano ancora abituati a supportare due superstar del calibro di McGrady e Ming. Proprio nel 2004, più precisamente Il 9 dicembre 2004,Tracy mise a segno 13 punti negli ultimi 35 secondi della partita contro i San Antonio Spurs, realizzando una delle migliori performance nella storia dell’NBA (se non addirittura LA miglior performance di tutti i tempi a livello individuale degli ultimi minuti),trascinando i Rockets alla vittoria per 80-81. Nella sua prima stagione a Houston,chiuse la stagione al quinto posto nella Western Conference,aumentando tutte le sue cifre ma i 30.7 punti, 7.4 rimbalzi e 6.7 assist. Tuttavia,i numeri della guardia di Bartow non bastarono ai Rockets per superare il primo turno,dove dopo essere stati avanti 2-0 nella serie,furono eliminati per 4-3.

Il 2005/06 per McGrady,e dunque in generale come per tutta la franchigia (che non si qualificarono per i PO), risultò una delle stagioni più sfortunate di tutti i tempi,dato che i problemi al ginocchio (tendinte) e alla schiena perseguirono Tracy durante tutto l’arco del campionato, limitandolo a 47 partite di utilizzo (24.4 punti, 6.5 rimbalzi, 4.8 assist).

L’avvio del 2006/07 sembrava destinato ad essere la continuazione della sfortunatissima stagione precedente: dopo circa un mese di attività dovuta i problemi alla schiena tornarono a farsi sentire costringendo McGrady alla lista infortunati (dove pochi giorni dopo ci finì Yao per un infortunio abbastanza serio ad una gamba). Con tifosi e dirigenza letteralmente disperati,McGrady annunciò a sorpresa la decisione di rientrare in campo nonostante la sua prognosi iniziale richiedesse un tempo maggiore per guarire. Sotto gli occhi increduli (ed anche un po’ scettici) di tutti T-Mac trascinò la squadra a macinare vittorie su vittorie mantenendo i Rockets in zona playoffs. Rientrato Yao la coppia Ming-McGrady funzionò a meraviglia (Tracy concluse con 24.6 punti, 5.3 rimbalzi e 6.5 assist di media a partita) ed i Rockets complessivamente compilarono una stagione da più di 50 vittorie.  La nota negativa per l’ex-numero uno dei Magic arrivò ancora una volta nei Playoffs,dove, nonostante il fattore campo a proprio favore, i Rockets rimediarono un’eliminazione per 4-3 (per mano degli Utah Jazz) che per McGrady significò la terza gara 7 persa in carriera e il mancato raggiungimento del secondo turno di playoffs in 10 anni di attività. Queste due note negative misero in ombra le ottime cifre tenute nella post-season da T-Mac (25.3 punti, 5.9 rimbalzi e 7.3 assist) dando ancora una volta ragione ai suoi detrattori che lo accusarono di non essere un vincente.

La stagione 2007-‘08 di T-Mac iniziò con un paio di infortuni di poco conto sino a fine Dicembre quando un’iperestensione del ginocchio lo mise KO per due settimane abbondanti. Al rientro,ritrovò subito l’intesa coi compagni ed il 29 gennaio iniziò la striscia di vittorie più lunga di sempre (finì il 18 marzo) dietro solo ai Lakers dell’annata 1971-72. Nei playoffs Houston incrocia di nuovo, come già capitato 12 mesi prima, la strada dei Jazz e T-Mac,eleva il suo rendimento (in Gara 6 chiude con 40 punti). Tuttavia i Rockets vengono eliminati 4-2 per mano del team di coach Sloan,costringendo per l’ennesima volta McGrady a non passare il primo turno. Tuttavia,le cause dell’eliminazione,non devono essere attribuite al nativo di Bartow (che disputò i PO migliori della sua carriera),bensì sono da cercare altrove come nell’ennesima assenza di Yao Ming e/o di una bocca di fuoco alternativa a lui e Scola.

A metà della stagione 2008-09 ha dovuto fermarsi nuovamente a causa dei ricorrenti dolori al ginocchio sinistro, che lo hanno tormentato per tutto l’anno, rendendo necessario un intervento chirurgico che ha posto fine alla sua stagione. Incredibilmente la squadra iniziò a decollare e approdò ai PO con un record di 53-29. Nella postseason i Rockets incontrarono Portland e la eliminarono in 6 gare e approdarono finalmente al secondo turno,contro i Lakers di Bryant e Gasol. I Rockets non sfigurarono e a sorpresa tennero il passo dei losangelini nonostante le assenze di McGrady e Ming,salvo poi cedere nella decisiva gara 7,giocata allo Staples. La squadra venne trascinata da diversi atleti che durante la RS si erano rivelati altalenanti come Ron Artest,Kyle Lowry,Luis Scola,Aaron Brooks e Dikembe Mutombo e Carl Landry.

Fin dai tempi dell’high school, ha sempre indossato la maglia n.1 in onore di Penny Hardaway. Nell’estate del 2007 è stato in Darfur a visitare i campi per i rifugiati, in favore dei quali ha organizzato iniziative benefiche; sul viaggio di T-Mac è stato poi realizzato un documentario intitolato 3 Points. Nel 2009 McGrady decisedi cambiare il suo numero di maglia (da #1 a #3) per promuovere il documentario e le sue iniziative umanitarie in Darfur. Nella stagione 2009-10,non disputò molte partite per gli Houston Rockets e così il 18 febbraio 2010 fu coinvolto in uno scambio multigiocatore (che ha compreso anche Kevin Martin) e finì ai New York Knicks, dopo essere passato anche per i Sacramento Kings (coi i quali non disputò nemmeno una partita).

A New York McGrady nella sua prima partita mise a referto 26 punti contro gli Oklahoma City Thunder. Venne inserito subito nel quintetto titolare come guardia, e in un’occasione il coach Mike D’Antoni ha voluto testarlo anche nel ruolo di playmaker, fornendo un’ottima prestazione. Dopo i promettenti inizi, però, T-Mac dimostrò di essere l’ombra del  gran giocatore che era stato: chiuse infatti la stagione con appena 8,2 punti di media in 24 partite giocate (tutte in quintetto base).

Scaduto il contratto con i Knicks, nell’estate 2010 diventa free agent. Dopo aver cercato di accasarsi ai Chicago Bulls (dall’estate 2009 McGrady è seguito da Tim Grover, preparatore atletico di Chicago) firma un contratto annuale al minimo salariale con i Detroit Pistons. Anche nella scelta di andare a Detroit ha avuto un peso la presenza di un ottimo preparatore atletico: McGrady ha infatti dichiarato di “sentirsi in buone mani” a proposito di Arnie Kander, preparatore dei Pistons, che ha rivitalizzato la carriera di giocatori con gravi infortuni alle ginocchia come l’ex-Piston Antonio McDyess.

Il 9 dicembre 2011, dopo la fine del lockout Nba, firma un contratto annuale per gli Atlanta Hawks. Disputa in totale 52 partite,mettendo a 5,1 punti a partita.

A fine stagione,dopo essere stato provinato dai San Antonio,dai New York Knicks,dai Chicago Bulls e dai Miami Heat,comunica ufficialmente il suo trasferimento ai Qingdao DoubleStar, squadra del massimo campionato cinese,attraverso un messaggio sulla propria pagine Facebook.

“Ci sono momenti nella vita in cui si presenta una nuova strada, e questo momento è arrivato anche per me. Sono contentissimo di quello che ho fatto negli ultimi 15 anni in NBA: è stato un sogno entrare nella Lega quando avevo soltanto 18 anni. Mi sono allenato forte e ho dato tutto quello che avevo. Ho studiato e giocato contro i più forti del mondo. La mia gratitudine è enorme verso tutti quelli che mi hanno aiutato a crescere. Ho vissuto momenti bellissimi, altri più oscuri, ma ugualmente importanti per formare l’uomo che sono ora”.

A sorpresa,il 16 aprile 2013 i San Antonio Spurs decidono di firmare il nativo Bartow per i Playoffs,scelta condizionata anche dal rilascio di un altro grande talento di questo sport,Stephen Jackson.

Individualmente T-Mac, quando stava bene,era il giocatore più devastante dell’intera lega (reggeva il confronto con diverse superstar NBA,come Shaquille O’Neal,Allen Iverson,Kobe Bryant e LeBron James),non solo era in grado di segnare “valanghe di punti” (passeranno alla storia i suoi 12 punti in 30 secondi per portare alla vittoria Houston su San Antonio nel campionato 2004/05) ma era anche una fra le migliori guardie “rimbalziste” ed aveva un ottimo senso per l’assist.

Considerato come talento al livello di Michael Jordan (e non stiamo dando i numeri),senza ombra di dubbio ha raccolto molto meno di quanto ci si poteva attendere. Nonostante la sua carriera sia stata priva di vittorie di squadra (per il momento),non possiamo non inchinarci davanti a uno dei più grandi talenti di sempre della storia dello sport.

Thanks T-Mac.

Redazione BasketUniverso

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