Warriors – Spurs, le pagelle: KD & Thompson trascinano gli Warriors, Ginobili è l’anima degli Spurs, Messina si fa trovare pronto

NBA

Golden State Warriors 

Kevin Durant 8,5: Con Steph Curry fuori per infortunio, tutte le responsabilità gravano sulle spalle del #35, e lui risponde come al solito presente con grande difesa e una produzione offensiva che è il vero punto di riferimento della truppa di coach Kerr, soprattutto nelle giornate-no al tiro come in Gara-4, dove i 34 punti di KD tengono a galla i Warriors per buona parte della gara.

Klay Thompson 8: E’ il secondo terminale offensivo di questi Warriors. Di un’efficienza devastante al tiro nelle prime due gare, si perde un po’ in Gara-4, ma chiude la serie con un disumano 51,6% da tre e 22 punti di media, confermandosi un tassello importantissimo dell’attacco dei californiani e portando come al solito grande intensità anche sull’altro lato del campo.

Draymond Green 8: Non ha bisogno di segnare per lasciare un segno su questa serie. Arriva quasi a toccare la tripla doppia di media, è il vero playmaker di questi Warriors in assenza di Steph, in Gara-4 prende 18 rimbalzi:  un vero tuttofare, insostituibile nel sistema Warriors.

Shaun Livingston 6: Forse ci si sarebbe aspettati qualcosa di più da lui con l’assenza del #30, ma la scelta di coach Kerr di preferirgli Andre Iguodala nella posizione di playmaker in quintetto sottolinea la sua importanza alla guida della second-unit, dove non fa mai mancare solidità nella gestione e punti nelle mani.

JaVale McGee 6,5: Parte con il botto in Gara-1, ma nel corso della serie si perde un po’. Porta comunque tanta energia e presenza sotto canestro, fondamentali soprattutto nei momenti in cui il #35 si prende un po’ di riposo.

Andre Iguodala 7: Parte in quintetto in posizione di playmaker per tutta la serie. Una posizione insolita per lui, che risponde presente senza tanti patemi d’animo: segna poco, ma quando lo fa di solito si tratta di punti pesanti. Dà il suo meglio in Gara-1, galvanizzato dalla grandissima serata al tiro della squadra, ma non fa mancare il suo contributo anche nel resto della serie, soprattutto a livello di leadership.

Quinn Cook 6: Alla sua prima esperienza ai Playoffs, vede poco il campo, ma ogni volta che lo fa prova a lasciare il segno, aiutando anche a rimbalzo.

David West 6,5: Anche lui vede poco il campo, ma la sua esperienza e solidità bilanciano l’incostanza di McGee sotto le plance. Non fa sentire la mancanza di Zaza Pachulia.

Kevon Looney 5: E’ l’elemento della panchina con il minutaggio più ampio, ma non ricambia la fiducia. In attacco è ancora troppo acerbo, mentre fa quello che può in difesa, soprattutto a rimbalzo. Non merita comunque la sufficienza.

Jordan Bell, Nick Young, Damian Jones sv: minutaggio troppo limitato per poter esprimere un giudizio.

Steve Kerr 8,5: Sceglie coraggiosamente di schierare Andre Iguodala al posto di Shaun Livingston come PG titolare, e vince la scommessa. Sta provando a trovare la quadratura del cerchio dopo una fine di regular season poco incoraggiante: pare riuscirci. Gli Warriors non sono ancora al top della forma, soprattutto in difesa, ma in questa serie mostrano a tratti tutta la loro forza: la vera sfida si vedrà al secondo turno, con dei Pelicans assetati di sangue ad aspettarli.

San Antonio Spurs 

LaMarcus Aldridge 7,5: Si prende una giornata di “vacanza” in Gara-1, forse complice la partenza inaspettata di JaVale McGee, ma non ripete lo stesso errore due volte. I suoi 23 di media abbondanti sono ossigeno nel roster degli Spurs, dove solo altri due giocatori oltre a lui riescono a raggiungere la doppia cifra di media.

Patty Mills 5: Troppo incostante. Sparisce completamente in Gara-1, ma si fa perdonare con un’ottima prova due giorni dopo. In Gara-3 fa il suo, ma in Gara-4 non tocca nemmeno la doppia cifra, prima di chiudere alla Oracle con una buona prova da 18 punti, che non gli vale comunque la sufficienza.

Rudy Gay 7: Accanto ad Aldridge è l’unico Spurs a garantire una presenza offensiva più o meno costante, aiutando anche sotto le plance (è il secondo rimbalzista della serie per i neroargento). Non lascia il segno in Gara-5, ma tutto sommato è tra i migliori di questo primo turno sotto l’Alamo.

Manu Ginobili 7,5: A quarant’anni suonati, ha più voglia di vincerla dei ventenni. Nonostante il minutaggio limitato, la sua esperienza e la sua classe sono un punto di riferimento per tutta la squadra. La sua tripla a trenta secondi dalla fine, sigillo sulla vittoria d’orgoglio in Gara-4, manda in visibilio l’AT&T Center e fa sperare solo una cosa: uno mas Manu.

Dejonte Murray 6: Baby Boy fa il suo per tutto il corso della serie, nonostante l’inesperienza. Le sue triple nel primo tempo di Gara-4 aiutano gli Spurs a prendere il controllo della gara e successivamente a vincerla, scongiurando lo sweep. Fa quello che può anche a rimbalzo, meritando la sufficienza.

Tony Parker 6: Nonostante il minutaggio limitato, si guadagna sempre la sufficienza, portando punti agli Spurs quando servivano, con il picco in Gara-3 con 16 punti in 16 minuti.

Pau Gasol 6-: Il minutaggio è quello che è, l’età pure, ma non fa quasi mai mancare la sua presenza a rimbalzo, spesso aggiungendo qualche punto dall’altra parte. Proiettando le sue statistiche sui 36 minuti, salta fuori una media di 12 punti e 9.2 rimbalzi di tutto rispetto per un giocatore che si avvicina ai 40.

Kyle Anderson 6- : Vede poco il campo, soprattutto nelle prime due gare, e quando lo fa non sempre riesce a fare il suo per la squadra. Si riprende in Gara-4 e in Gara-5, andando sempre in doppia cifra, e questo gli vale una sufficienza risicata.

Danny Green 6: Ha l’ingrato compito di difendere su Kevin Durant, spendendo grandi energie in difesa per cercare di limitare il #35 degli Warriors, motivo per il quale gli si può perdonare una produzione offensiva al di sotto dei suoi standard.

Davis Bertans 5: Non ci si aspetta molto da lui, ma nemmeno così poco. Nonostante un minutaggio limitato ma comunque sufficiente per mettere su qualche numero di tutto rispetto, soprattutto in Gara-2 e Gara-3, non si fa mai trovare pronto.

Bryn Forbes 5: Vive il suo piccolo momento di gloria nel garbage time di Gara-1, dove è uno dei pochi a spingere nonostante lo svantaggio, segnando 14 punti. Sparisce per il resto della serie, complice lo scarso utilizzo da parte di coach Pop prima e coach Messina poi.

Derrick White, Jeoffrey Lauvregne, Brandon Paul sv: minutaggio troppo limitato per poter esprimere un giudizio.

Gregg Popovich/Ettore Messina 8: I due coach di San Antonio in questa serie meritano un otto a parimerito. Per primo coach Pop, che come al solito guida i suoi con grande esperienza e professionalità, raddrizzando la mira dopo Gara-1 e mettendo in campo una squadra in grado di dare sempre del filo da torcere. Dopo la tragica morte della moglie di Popovich, Ettore Messina prende il comando, meritando un otto per aver guidato i suoi ad una reazione d’orgoglio, sotto 3-0, che è valsa agli Spurs un’uscita dai Playoffs più che dignitosa.

Ilaria Palmas

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.