Steven Adams racconta di quella volta che cascò nella gentilezza di Duncan

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Tra qualche giorno partirà quella che si preannuncia un’avvincente Semifinale di Conference tra San Antonio Spurs e Oklahoma City Thunder, due delle migliori squadre della Lega classificatesi seconda e terza nella Western Conference quest’anno. Da una parte il talento di Kevin Durant e Russell Westbrook, dall’altra il gioco di squadra dei texani. Sotto le plance si daranno battaglia Steven Adams e il veteranissimo (40 anni) Tim Duncan, e proprio il neozelandese al termine dell’allenamento odierno ha raccontato ai media nel primo incontro con The Big Fundamental, risalente al suo anno da rookie, nel 2013.

Com’è affrontare Duncan? Snervante. Lui è bravo, molto bravo, non è un grandissimo atleta, ma riesce comunque a distruggerti. Ed è un tipo gentile. Questo fu il mio più grande sbaglio da rookie. Io giocavo fisicamente contro di lui e andava in difficoltà, finché venne da me e mi disse “Ehi, come stai?”. E io pensai: “Oh, che gentile”. Da lì in poi ne segnò 20. Raccontai questa storia al nostro assistente Mark Bryant e lui mi disse che era una strategia da veterano. Non fatelo. Non potete essere gentili. Non gli parlo più, se proverà a farlo lui rimarrò impassibile, guarderò da un’altra parte cercando di ignorarlo. Questo è il mio game plan.

E tanto per continuare a parlare della gentilezza di Timmy, il #21 degli Spurs ha risposto così ai giornalisti che gli chiedevano del balletto pre-partita che Russell Westbrook e Cameron Payne metteranno in scena prima di ogni match, cosa che al primo turno ha fatto parecchio innervosire i Mavericks: “Non c’è un giocatore che scende in campo più concentrato di Westbrook. Quindi possono fare quello che gli pare”.

Francesco Manzi

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