Bologna-Cantù, le pagelle: Kravic e Aradori dominano, per la Red October bene solamente i “big three”

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA

Kevin Punter: 5.5. Partita un po’ sottotono. Da uno come lui ci si aspetta sicuramente molto di più.

Alessandro Pajola: 5.5. Gioca tanto, ben 15 minuti, e non commette nessuna ingenuità grave, però è troppo timido, tant’è vero che si è preso zero tiri.

Tony Taylor: 7. Grande personalità e leadership per il playmaker. Non esce praticamente mai dal campo ed è sempre concentrato. 12 assist.

Dejan Kravic: 8. Una certezza. Sotto le plance fa letteralmente quello che vuole e va vicino alla doppia doppia.

Pietro Aradori: 8. Fa nettamente valere la legge dell’ex. Ogni volta che Cantù prova a tornare a contatto, lui mette una tripla che spezza l’inerzia della Red October.

Amath M’Baye: 7. Mette tanta energia e riesce ad aprire il campo con le sue bombe.

David Reginald Cournooh: 6. Cerca di dare equilibrio alla squadra e ci riesce, anche nei momenti di maggiore scoramento.

Brian Qvale: 6. La sua prestazione è stata limitata da quella superba di Kravic. Fa comunque il suo compito in maniera consapevole.

Coach Stefano Sacripanti: 6.5. Non perde la calma quando i suoi vanno sotto di oltre 10 punti ad inizio partita e controlla il vantaggio nel corso del secondo tempo. Solito stratega.

RED OCTOBER CANTÙ

Frank Gaines: 6. Gioca una partita appena sufficiente perché quel 0 su 5 da tre punti pesa tantissimo sul risultato finale della gara, visto che lui è uno dei migliori tiratori di Cantù.

Gerry Blakes: 5. È l’anello debole del quintetto iniziale. Gioca in un ruolo che non è il suo e si vede. Urge un playmaker fatto e finito.

Ike Udanoh: 7. Solito match di sostanza per il capitano della Red October. Doppia doppia da 16 punti e 13 rimbalzi.

Davon Jefferson: 7.5. Inizia dominando, poi soffre l’avvento di Kravic in difesa, ma non in attacco. Anche per lui doppia doppia: 22+11.

Tony Mitchell: 7.5. È l’artefice principale del solco creato dai brianzoli nel corso del primo quarto. Giocatore di un’altra categoria e non così solista come ha sempre dimostrato.

Jonathan Tavernari: 5.5. Ha due compiti: segnare da tre e difendere. 1/3 da dietro l’arco e non difende praticamente mai in questa gara.

Coach Evgeny Pashutin: 5.5. Sta facendo il possibile con una squadra composta praticamente da solo quattro elementi, più un giovane di buone prospettive che gioca fuori ruolo. Serve all’istante un playmaker che sappia prendersi sulle spalle la squadra nei momenti in cui i canestri non arrivano facilmente, com’è successo contro Bologna a cavallo tra il secondo e il terzo quarto.

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