Derek Fisher: padre, prima che giocatore

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Aprile 1978. Roma.

Le parole hanno il potere di distruggere e di creare.

Retinoblastoma. Una di quelle affermazioni che lascia poche speranze. Chi l’ascolta non può capire cosa significa perché ha 18 mesi di vita, non sa ancora quanto realmente possa cambiare la sua esistenza.
Il retinoblastoma è un tumore maligno che attacca la retina, colpisce principalmente i bambini in età pediatrica e, nel 30% dei casi, provoca la perdita dell’occhio dei soggetti affetti da tale male.
Purtroppo il caso di Michela è uno di quel 30%, la bambina dovrà subire l’enucleazione dell’occhio destro.

Le parole hanno il potere di distruggere e di creare.

Enucleazione. Rimozione totale del bulbo oculare, l’unica soluzione che esclude al 100% la possibilità di morte per via del tumore. L’unica soluzione che garantisce al 100% una vita in salita. Michela vivrà per sempre con un occhio di vetro.

 

Aprile 2007. New York.

Tatum ha undici mesi e neanche lei è in grado di capire cosa gli stia succedendo. Piange tantissimo quando suo padre Derek la porta a spasso con la carrozzina. Piange tantissimo quando suo padre Derek le cambia il pannolino sotto la luce in bagno.
La risposta del medico è una di quelle parole che distrugge: retinoblastoma.
Nella Grande Mela hanno più volte provato delle cure per evitare la rimozione del bulbo, ma bisogna, per prima cosa, rimuovere il tumore dalla retina.
L’intervento è molto complesso ed ha una percentuale di riuscita molto bassa, il tumore è molto resistente e piccolo a tal punto che le possibilità che venga rimosso senza provocare danni sono limitate.

 

Ottobre 1993. Roma.

Le parole hanno il potere di distruggere e di creare.

Stranezza. “Michela il tuo occhio è strano, non si muove”, “Oddio ma il tuo occhio è strano, cos’ha?”

Con questa sentenza Michela sta vivendo tutta la sua vita. Non ha mai voluto far parte di scuole speciali per chi ha problemi come lei, Non ha mai fatto neanche un passo indietro. Non si è mai nascosta dietro la sua malattina. Nonostante debba pulire la protesi spesso affinché non faccia infezione. Nonostante debba rispondere a tutte le domande possibili riguardo al suo occhio. Nonostante tutti abbiano provato a farla sentire diversa, strana o semplicemente non in grado di essere come loro.
Lo sguardo caratterizza una persona più di ogni cosa quest’ultima dica o faccia. Michela deve fare in modo che il suo occhio funzionante lavori per due.
La sua vita è normale, finito il liceo vuole iscriversi alla facoltà di Medicina.

 

Aprile 2007. Salt Lake City.

Gli Utah Jazz, squadra in cui è comandante incontrastato Fisher, sono impegnati in un’ostica serie di Playoffs contro i Golden State Warriors, guidati dal, non ho parole per descriverlo, Barone Davis.

La figlia Tatum verrà operata proprio il giorno di Gara-2, a New York, mentre la partita si gioca a Salt Lake City.

Jerry Sloan, uno dei migliori allenatori NBA, abbraccia un Fisher in lacrime augurandogli buona fortuna per l’operazione della figlia. Derek, finito l’abbraccio, lo guarda dritto negli occhi e con tutta la naturalezza che lo contraddistingue.

“Lasciami un posto tra i convocati, appena finisce l’operazione vengo alla partita”.

Sloan non riesce a dirgli nulla, nonostante ritenesse essere una cosa assolutamente irrealizzabile.

Il resto è storia.

La partita è equilibratissima e dominata dal Barone. Fisher arriva, in borghese, a metà terzo quarto. Il pubblico applaude per tutto quello che Derek rappresenta per loro: un padre, un grande giocatore, un eroe.

Non fosse “The Fish” il protagonista la storia finirebbe qui. Entrare a freddo nell’ultimo quarto di una gara di Playoffs è la cosa più lontana dalla realtà che possa venire in mente a qualsiasi sportivo sulla faccia della terra. Figuriamoci anche fare qualcosa di buono per la squadra. Fisher infatti va oltre, decide la partita e conduce la squadra alla vittoria.
Forza una palla persa al Barone nel possesso decisivo del quarto quarto costringendo la partita ai supplementare e, come se non bastasse, realizza la tripla decisiva, proprio nel supplementare, su assist di Deron Wiliams.

Cattura

A fine partita Baron Davis lo abbraccia come se avesse contribuito alla vittoria della sua squadra. Li ha condannati ad una sconfitta bruciante.

Michela, mentre Derek Fisher piangeva davanti alle telecamere, stava per entrare in sala operatoria. Ha realizzato il sogno di diventare medico, è un’anestesista al San Carlo di Roma.

Mentre “The Fish” è negli spogliatoi, la ragazza “strana” lega i capelli per combattere il nervosismo del suo primo intervento.

Appena intravede il primario che eseguirà l’intervento le chiede senza far trasparire ansia.

“Di che intervento si tratta?”

“Un intervento complesso ragazza mia, un’enucleazione ad un bimbo di dieci mesi affetto da retinoblastoma”.

Nella vita due sono i giorni fondamentali: quello in cui sei nato e quello in cui capisci perché.

Gabriele Manieri
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