Giacomo Devecchi si appresta ad affrontare la sua nona stagione con la maglia della Dinamo Sassari. BasketUniverso ha deciso di recarsi al Palaserradimigni per intervistarlo prima dell’inizio del ritiro che si terrà la settimana prossima a Olbia, presso il Geovillage.
Questa è la nona stagione a Sassari, quali sono i segreti di una permanenza così lunga nella compagine sarda?
Sono stati nove anni in crescendo, a partire dal secondo anno di Legadue è nato un importantissimo progetto che ci ha portato fino alla Serie A. Sono davvero contento di essere parte integrante di un progetto che si è solidificato ulteriormente dopo l’arrivo di Sardara. Inoltre Sassari ha un pubblico onesto e corretto ed è un onore giocare ogni domenica per questi fantastici tifosi.
Da una sofferta salvezza in Legadue all’Eurolega, un bel balzo in avanti per Sassari, che emozioni provi a essere uno dei protagonisti di questo “miracolo”?
Giocare in Eurolega è un sogno che si avvera. Da piccolo guardavo quei campioni e sognavo, un giorno, di poter calcare il parquet di storiche squadre europee come capiterà il 5 novembre , giorno in cui affronteremo il Real in trasferta.
Nella compagine spagnola ci sono giocatori con un passato in NBA e sarà un vero onore per me confrontarmi a quei livelli.
L’anno della promozione non eravamo i favoriti, ma grazie all’unione del gruppo, siamo riusciti a portare Sassari in Serie A.
Tu vieni soprannominato “il Ministro della Difesa”, grazie alle tue formidabili doti difensive. Nonostante ciò, non hai mai ricevuto una convocazione in Nazionale, hai rimpianti per ciò o sogni ancora una chiamata da coach Pianigiani?
La speranza è l’ultima a morire e pertanto quella per la Nazionale non muore mai. Nel mio ruolo ci sono giocatori di grandissimo livello che militano anche in NBA. Un po’ di rammarico c’è, ma sono contento per ciò che posso dare a una società come la Dinamo. Il mio sogno da bambino era giocare un’Olimpiade, ma giocare in Serie A e in Eurolega è già un bellissimo traguardo.
A 18 anni hai esordito in Serie A con Milano, che emozioni si provano a giocare per una maglia così prestigiosa così giovane?
Ho iniziato a giocare a basket grazie a mio zio (Vittorio Gallinari, padre di Danilo ndr), bandiera dell’Olimpia Milano. In prima squadra mi diedero il #12, il numero che aveva contraddistinto mio zio nel corso della sua carriera nella squadra meneghina. Ho avuto l’onore di esordire anche in Uleb Cup (l’attuale Eurocup ndr) e farlo con la maglia di una squadra prestigiosa come l’Olimpia, rappresenta per me un grandissimo onore.
Anche Montegranaro è stata importante per te, che pensi del fallimento della squadra marchigiana?
Provo un enorme dispiacere per il fallimento di Montegranaro. Lì ho vissuto la mia prima esperienza da professionista a tempo pieno e per di più, lontano da casa. Il primo anno perdemmo i PO in finale contro la Virtus Bologna con un netto 3-0, ma l’anno successivo grazie alla vittoria in gara-4 contro Rieti, riuscimmo a ottenere una storica promozione in Serie A. A Montegranaro il basket veniva vissuto con la stessa intensità di Sassari; il pubblico è il vero sesto uomo e ogni domenica tutto il paese scendeva in campo insieme ai propri beniamini.
Durante questi 9 anni a Sassari, chi è stato il compagno con cui hai legato maggiormente? E quello che, secondo te, ha permesso in maniera maggiore di far compiere a Sassari il salto di qualità?
Il compagno con cui ho legato maggiormente è senza dubbio Manuel (Vanuzzo ndr). Con lui, ho condiviso 11 anni della mia vita, contando anche i 2 a Milano. A 39 anni, gioca ancora in Serie A e questo è solo uno dei tanti elementi che fanno di lui un campione fuori e dentro il campo. Non è facile rispondere all’altra domanda, tutti i giocatori che sono passati a Sassari hanno contribuito a farci crescere e a portarci fino all’Eurolega. Spesso anche giocatori che provenivano da squadre superiori alla Dinamo, hanno voluto sposare il nostro progetto e hanno quindi dato, aiutandoci a crescere e farci guadagnare il rispetto in Italia e in Europa.
Alcuni addetti ai lavori giudicano il roster di Sassari, nonostante l’addio dei Diener e di tutto il “blocco stranieri”, superiore rispetto alla stagione 2013-14. Tu che cosa ti senti di dire in merito? Dove pensi possa arrivare la Dinamo nel corso della prossima stagione?
Ogni tanto è giusto fare dei cambiamenti. Certo, i Diener erano un vero valore aggiunto al roster, però la società ha puntato su giocatori giovani che hanno voglia di dire la loro e di far bene. Sono davvero contento per questi nuovi arrivi e la prima cosa che cercheremo di fare senza dubbio è quella di creare la giusta chimica nel gruppo. L’affiatamento del gruppo ci ha portato a raggiungere risultati insperati e a sconfiggere squadre nettamente superiori alla nostra. Di sicuro noi proveremo a sfatare il tabù “semifinale-scudetto”, anche se dovremo vedercela con squadre che stanno crescendo, su tutte vorrei citare Brindisi e Venezia. Un altro nostro obiettivo è senza dubbio quello di riconfermarci in Europa e fare bene in Eurolega.
Sei il cugino di Danilo Gallinari e concittadino di Alessandro Matri, potresti raccontarci un aneddoto collegato a questi due grandi sportivi italiani?
Con Danilo, quando siamo entrambi in vacanza, stiamo praticamente sempre insieme (Gallinari era a Sassari la scorsa settimana ndr) e anche nel nostro paese, Sant’Angelo Lodigiano, cogliamo ogni occasione per giocare a basket e stare insieme con tutta la famiglia. Riguardo Alessandro invece, vista la forte amicizia tra i nostri genitori, passavamo le vacanze estive sempre insieme.
BasketUniverso ringrazia Giacomo Devecchi e la dirigenza della Dinamo Sassari per disponibilità dimostrata e augura un grosso in bocca al lupo alla società e al giocatore per la nuova stagione.
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