George Karl non risparmia nessuno nel suo libro: in questo caso i bersagli sono Anthony e JR Smith

NBA News

Ad inizio Gennaio uscirà ufficialmente il libro di coach George Karl intitolato “Furious George: my forty years surviving NBA divas, clueless GMs, and poor shot selection” (in italiano, “George furioso: i miei quarant’anni di sopravvivenza tra dive NBA, GM senza cervello e scarsa selezione di tiro”). Il titolo già promette benissimo dal punto di vista delle polemiche, e solo le prime anticipazioni ne hanno fatto avere un assaggio. Poco tempo fa trapelò, proprio dalle pagine del libro, che Rudy Gay diede al coach un benvenuto piuttosto singolare a Sacramento, quando esordì con un “Benvenuto all’inferno del basket”.

Oggi è invece il turno dell’esperienza di Karl ai Denver Nuggets, durata 2005 al 2013: dal libro in uscita trapelano forti critiche al trio formato da Carmelo Anthony, Kenyon Martin e JR Smith. Su ‘Melo:

E’ stato un vero e proprio enigma nei sei anni in cui l’ho allenato. Era il giocatore più forte dal punto di vista offensivo che avessi mai allenato, ma era anche uno che amava servirsi delle persone, totalmente innamorato dei riflettori e poco disposto a dividere i meriti. Il suo scarso impegno in difesa mi faceva impazzire, non provava mai a fare il lavoro sporco. Il mio ideale, come probabilmente di tutti i coach, è che il miglior giocatore sia anche il leader della squadra. Quindi ‘Melo, impegnandosi solo in attacco, aveva fatto capire di non poter essere il leader. Volevo si impegnasse in difesa come in attacco, ma non c’è mai stata una risposta positiva. Quando gli dissi che le sole doti offensive non lo avrebbero reso un vincente, non apprezzò la critica e mi ignorò, criticandomi con gli altri giocatori.

Ma Karl ne ha avuto anche per Kenyon Martin:

Kenyon e ‘Melo avevano due grandi cose in comune: tutti quei soldi e nessun padre che gli mostrasse come ci si comporta da uomini. […] Quando paragono il mio background con i loro, capisco perché non siamo mai andati d’accordo.

E infine per JR Smith:

Aveva un enorme senso del diritto, una posse che lo distraeva, gli occhi sempre fissi sul prossimo contratto e una selezione di tiro davvero incredibile.

Il termine “posse” è forse quello che potrebbe causare maggiori polemiche, dal momento che solo qualche settimana fa si era sollevato un polverone quando Phil Jackson, Presidente dei Knicks, era stato accusato di razzismo dopo che aveva usato la stessa parola parlando di LeBron James (una posse sarebbe un gruppo di amici poco raccomandabili, una sorta di gang).

Francesco Manzi

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.