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Gianmarco Pozzecco: “Il talento è nulla senza personalità, nel 99 tifai contro l’Italia”

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Il coach della Dinamo Sassari, Gianmarco Pozzecco, è stato ospite di Casa Sky Sport, il format di Sky Sport 24 in cui i protagonisti del mondo sportivo intervengono dalle loro abitazioni, rispondendo anche ad alcune domande dei telespettatori.

Ecco i punti salienti dell’intervento del Poz.

Sassari. Ero praticamente in pensione ma la Dinamo mi ha dato la possibilità di rimettermi in gioco e tornare a vivere certe emozioni. I discorsi pre-partita? Non li preparo mai, vado sempre a braccio.

Passato da giocatore. “A Varese ho dato il meglio di me, regalando le emozioni più grandi, quando mi ero rotto il ginocchio non avevo più stimoli ma passai dal voler essere il numero uno a cercare di essere il numero mezzo, vivevo anche di queste piccole cose che mi davano la carica. Alla Fortitudo sono voluto andare fortemente, le cose non funzionarono al massimo ma tornando da allenatore ho chiuso il cerchio. Capo d’Orlando è un posto meraviglioso, mi ha dato la possibilità di chiudere la carriera raccogliendo l’abbraccio di tutti, consentendo di essere di nuovo un giocatore selvatico, rifiutati anche un’offerta della Virtus per andarci”.

Nazionale. “Nel 1999 fui fatto fuori per divergenze con Tanjevic, lui fu molto sincero dicendomi di volermi come terzo play ma io volevo giocare da protagonista, tifai contro l’Italia perché è dura accettare di essere escluso da qualcosa che senti di meritare. Conosco gente caduta in depressione per cose del genere, anche nel 2003 venni cacciato dall’Europeo pochi giorni prima dell’inizio ma ho capito la lezione e grazie a quella esclusione ho avuto la forza di arrivare a giocare una finale olimpica. Ho vissute esperienze negative ma sono fatto così”.

La sua indole. “Cerco di vivere pensando poco al futuro, il Coronavirus infatti potrebbe aiutarci a dare maggiore importanza al presente. Un nuovo Pozzecco? Non ci sono giocatori bizzarri come ero io ma oggi sarebbe più difficile perché il gruppo è al centro di tutto, personaggi come me e Andrea Meneghin farebbero fatica a emergere ma credo che il talento non possa uscire fuori senza personalità“.

Il futuro del basket. “Se saremo costretti a rinunciare a una parte dei nostri compensi, lo faremo senza problemi. Mi auguro che questa emergenza ci aiuti a migliorare, io vorrei un campionato con più spazio per gli italiani perché attualmente gli stranieri danno quantità ma non qualità, sarebbe meglio averne due forti che sei scarsi“.

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