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Gli Warriors e la VENDETTA su Tari Eason: l’esultanza di Steph Curry

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Qualche giorno fa, quando gli Houston Rockets erano in risalita e in una striscia aperta di 11 vittorie consecutive, Tari Eason aveva provocato a distanza i Golden State Warriors. Sui social, il rookie aveva urlato: “Warriors, come out to play!”, citazione del film “The Warriors” del 1979. La provocazione stava nel fatto che i Rockets, grazie alla già citata striscia di vittorie, rischiavano di superare Golden State al decimo posto estromettendola dal Play-in.

A leggere la classifica oggi però la storia è opposta: con la vittoria nello scontro diretto di ieri notte, gli Warriors hanno messo 4 partite tra sé e Houston, ipotecando la qualificazione al Play-in (anche se non ancora matematica). E come se non bastasse, Eason ieri si è presentato alla partita con una T-shirt che riportava la medesima citazione: “Warriors, come out to play!”. Draymond Green aveva già risposto al rookie tramite il proprio podcast, sottolineando come fosse ridicolo che a deriderli fosse un giocatore che era addirittura indisponibile. Ieri è toccato a Steph Curry, che in panchina ha preso tre bottigliette di plastica vuote e le ha infilate a tre dita della mano, sbattendole una contro l’altra. Anche questa è una citazione al film “The Warriors”: lo stesso personaggio che pronuncia la frase riportata sulla maglietta di Eason, ovvero l’antagonista della storia, fa questo medesimo gesto.

Dopo la gara, finita 110-133 per Golden State, Klay Thompson ha mostrato tutto il proprio disappunto per la provocazione di Tari Eason. “È stato piuttosto imbarazzante. Specialmente se non giochi nemmeno… Ma rimani a bordocampo a trollare. Fratello, ma che cosa stai facendo?” ha detto Klay in conferenza stampa.

Francesco Manzi

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