Golden State-Los Angeles, le pagelle: non bastano Williams e il Gallo per fermare un KD inarrestabile, i Clippers escono a testa alta

NBA

GOLDEN STATE WARRIORS

Stephen Curry, 8: dopo una Gara-1 mostruosa, dove totalizza anche il massimo in carriera nei rimbalzi conquistati (ben 15) continua a tenere ottime medie, tirando con un irreale 51% da 3 punti, guidando l’attacco e rendendosi utile anche a rimbalzo. Si conferma il leader emotivo della squadra, in grado di trascinare tutti con sé quando si accende.

Kevin Durant, 8.5: gioca una serie praticamente perfetta.  Non gli si può recriminare niente: inarrestabile su entrambi i lati del campo, è il peggior incubo degli uomini di coach Rivers. Nelle ultime due gare domina letteralmente il campo, confermandosi il migliore dei suoi in questa serie e sfornando una delle migliori prestazioni individuali nella storia dei Playoffs in Gara-6 con i suoi 50 punti, 6 rimbalzi e 5 assist.

Draymond Green, 7.5: tira malissimo da tre nel corso di tutta la serie con un terribile 18%, ma è sempre l’indispensabile “jolly” di coach Kerr: aiuta a rimbalzo, fa girare la palla e difende con energia. Gli si può perdonare la scarsa produzione offensiva, soprattutto in virtù del grande aiuto dato sotto le plance, sia in termini di rimbalzi che di stoppate. Corona un’ottima serie con la grande prestazione di Gara-6, chiusa con una tripla doppia da 16 punti, 14 rimbalzi e 10 assist e 4 stoppate.

Klay Thompson, 7- : gioca una serie leggermente al di sotto delle proprie capacità, soprattutto per quanto riguarda le percentuali al tiro. Si fa perdonare con un’ottima prestazione in Gara-4 e la fondamentale difesa su Lou Williams in Gara-6.

Andre Iguodala 7,5 : a trentacinque anni resta ancora il punto fermo della panchina Warriors. Non segna molto, ma lo fa nei momenti decisivi, porta energia e solidità alla second-unit. Indispensabile nelle rotazioni dei californiani.

Kevon Looney, 7: nonostante il minutaggio ridotto, ripaga la fiducia di coach Kerr con una buona presenza sotto canestro ed energia a rimbalzo (4.5 di media), aiutando a coprire l’assenza di Cousins nelle ultime quattro partite.

Andrew Bogut: 7: dopo oltre tre anni di assenza il pivot australiano torna alla Oracle in grande forma, porta energia dalla panchina e la consueta solidità sotto le plance.  Nonostante giochi solo poco meno di 15 minuti a partita, la sua presenza è di grande aiuto dopo l’infortunio di DMC.

Shawn Livingston 6: vede poco il campo, ma quando lo fa ripaga coach Kerr con la solita sicurezza nella gestione del gioco. Merita la sufficienza.

Demarcus Cousins, Alfonzo McKinnie, Quinn Coock sv.

Steve Kerr 7.5: nonostante un primo turno non privo di difficoltà, coach Kerr ha come sempre saputo tenere il polso della situazione, sia in seguito all’infortunio di Cousins che dei ripetuti cali di concentrazione dei suoi ragazzi, costati ai campioni in carica due partite meritatamente vinte dai Clippers.

LOS ANGELES CLIPPERS

Lou Williams, 8: è il miglior marcatore della squadra, nonostante il suo ruolo di sesto uomo. Porta energia dalla panchina, a volte si mostra un po’ troppo egoista nelle scelte offensive, ma senza di lui Los Angeles non sarebbe riuscita a strappare due vittorie a questi Warriors. Scrive 21.7 punti, 2.8 rimbalzi e 7.7 assist di media nella serie, confermandosi il leader di questi Clippers.

Danilo Gallinari, 7.5: è il secondo migliore dei suoi dopo Williams. Corona una delle sue migliori stagioni in carriera con una serie giocata da protagonista, con 19.8 punti, 6.2 rimbalzi e 2.7 assist di media, portando tanta energia in attacco e concentrazione in difesa. Litiga un po’ con le percentuali, soprattutto in Gara-3, ma si fa perdonare in seguito, guadagnandosi anche i complimenti di coach Kerr.

Patrick Beverley 7.5: difende come un mastino e si fa sentire sotto canestro con 8 rimbalzi di media. Anche in attacco fa il suo, tenendo buone percentuali sia dal campo che da 3. Indispensabile per coach Rivers per aprire il campo, difendere sui giocatori più insidiosi di Golden State e dare una mano ai giovani lunghi dei Clippers.

Motrezl Harrell 7.5: altro tassello indispensabile per coach Rivers, questa volta nella second-unit. Non si fa intimidire dall’ingombrante presenza di Draymond Green dall’altra parte e gioca una serie di tutto rispetto, segnando 18.3 punti di media accompagnati da 5.5 rimbalzi e 2.2 assist, portando tantissima energia dalla panchina e punendo ripetutamente gli Warriors con i suoi pick’n’roll con Williams. Pesante il suo contributo nella vittoria in Gara-2.

Shai Gilgeous-Alexander, 7: per essere un rookie alla sua prima serie Playoffs, non delude. Parte in quintetto in tutte e sei le gare e ripaga coach Rivers della fiducia giocando un basket molto solido, soprattutto in Gara-3, dove scrive 25 punti con il 60% sia da 2 che da 3. Chiude la serie con 13.7 punti, 2.7 rimbalzi e 3.2 assist di media.

Landry Shamet 5,5: nonostante la partenza in quintetto e il minutaggio alto, gioca al di sotto delle aspettative. Le sue statistiche scendono, invece che salire, nei Playoffs, e non riesce quasi mai a lasciare un segno in questa serie, fatta eccezione per una buona prestazione in Gara-2.

JaMychal Green 6.5: porta presenza sotto rimbalzo e tanta energia dalla panca, soprattutto in difesa. Gioca bene sia in Gara-1 che in Gara-3, importante il suo apporto nella vittoria alla Oracle.

Garrett Temple 6: arranca nelle prime due gare, poi si riprende e porta solidità e difesa dalla panchina, raggiungendo la doppia cifra in punti segnati. Merita la sufficienza.

Ivica Zubac, Jerome Robinson, Winston Chandler sv.

Doc Rivers 8.5: merita un voto alto coach Rivers, per aver portato questi Clippers completamente smantellati nel corso della stagione non solo a giocarsi i Playoffs, ma ad infastidire i campioni in carica, vincendo anche una partita fuori casa. I Clippers escono dai Playoffs a testa alta, sul proprio campo, e possono pensare al futuro partendo da un gruppo che ha già dimostrato di poter fare bene.

 

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