Iniziare la stagione NBA a Gennaio comporterebbe perdite fino a un miliardo di dollari

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C’è ancora grande incertezza sull’inizio della nuova stagione NBA, dopo che la lega e l’Associazione Giocatori hanno ancora rinviato la loro decisione in merito alla ripartenza e al nuovo contratto collettivo.

Se da una parte i vertici dell’organizzazione vorrebbero iniziare il 22 Dicembre, dall’altra gli atleti preferirebbero riprendere a giocare il 18 Gennaio. Balla circa un mese di differenza ma quanto costerebbe alla NBA assecondare la volontà di chi scende sul parquet? Secondo alcune stime riportate da ESPN le perdite economiche sarebbero di almeno 500 milioni di dollari e potrebbero arrivare fino a un miliardo. I motivi sarebbero dovuti alla possibilità di giocare meno partite in totale, perdendo così incassi da sponsorizzazioni e diritti televisivi. Inoltre bisogna tenere presente che partire nel Martin Luther King Day potrebbe significare non finire la stagione in tempo per le Olimpiadi, costringendo Team USA a dover rinunciare a diversi interpreti ma soprattutto mettendo in competizione, a livello di ascolti, le ultime gare dei playoff con i Giochi Olimpici. Una concorrenza che rischierebbe di far crollare ancora i dati relativi allo share, già negativi nel corso del campionato 2019/2020. Il tutto in un campionato che si giocherà per gran parte a porte chiuse (con i relativi mancati incassi) e dopo un’annata dove gli introiti della NBA sono calati del 10% a causa della pandemia, dell’assenza dei tifosi dopo la ripresa e dell’affaire Morey-Cina.

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