Italiani d’America: solo il Gallo tiene alta la bandiera

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Ci eravamo lasciati col Gallo in copertina, trasportato da una sconfinata voglia tutta italiana di mandarlo all’All Star Game. Dopo una settimana, non lo ritroviamo, come prevedibile, tra i giocatori selezionati per la manifestazione, ma è sempre e solo lui a tenere alta la nostra bandiera nel basket che conta più di tutti.

Il suo nome non si è intrufolato nell’elenco dei giocatori più votati della Western Conference, ma le sue prestazioni continuano a essere positive, convincenti e a volte straripanti. Nelle tante difficoltà della Denver attuale, l’ex Olimpia continua ad essere il primo appiglio al quale aggrapparsi. Nell’unica vittoria settimanale degli uomini del Colorado, quella contro Indiana, sono stati 23 i punti messi a segno dal figlio d’arte, che è stato però assente dal parquet nei minuti finali per aver raggiunto quota 6 falli. Un particolare che, di sicuro, non lo esenta dal merito che ha di far continuare a sperare i suoi compagni nel sogno playoff. L’ottavo posto a Ovest non è distante, la concorrenza è tanta, ma nessuna compagine, eccetto forse i Kings, sembra poter inanellare un filotto che la proietti in avanti senza troppi patemi finali. Sotto questo punto di vista, c’è da mangiarsi le mani per la sconfitta sul filo di lana contro Memphis, aggrapatasi a un Gasol dominante. Nonostante i 17 punti a referto, al solito miglior marcatore dei suoi, c’è da sommare l’errore nella difficile tripla finale con la quale poteva regalare almeno l’overtime ai suoi. Da aggiungere, a tutto ciò, anche i modesti 27 punti messi a segno contro Oklahoma, dinanzi lo straripante duo formato da Durant e Westbrook. Momenti che regalano sempre soddisfazione e consapevolezza del proprio potenziale.

I numeri di Gallinari fanno dimenticare il pessimo momento vissuto da Bargnani e anche da Belinelli, preda di un’ altalena veramente instabile. L’ex Spurs alterna settimane nelle quali è una delle prime opzioni di attacco di Sacramento, con altre in cui fa fatica a mettersi in moto e a entrare in ritmo. Purtroppo l’ultima rientra in una di queste categorie: nell’ottimo momento vissuto dai Kings, che hanno collezionato una striscia aperta di 4 vittorie consecutive, non c’è il suo zampino. I 7 punti nell’exploit contro i Clippers sono stata la vetta più alta raggiunta. Hanno fatto seguito le due brutte prestazioni balistiche contro Lakers e Hawks: 6 punti contro Bryant con un 2/10 complessivo dal campo e l’ancor più misero 0/6 di stanotte contro Atlanta, con 4 punti segnati tutti dalla lunetta. Cousins, in un ottimo momento di forma, catalizza molti palloni in attacco, ma anche il buon momento attraversato da McLemore lo costringono a rimanere nell’ombra.

Chi sull’altalena non è mai salito è Bargnani, che anche con il cambio della guida tecnica non riesce a diventare una pedina rilevante per i Nets. I 4 punti contro i Cavs e i 6 contro i Jazz di stanotte sono i piccoli timorosi sussulti di un giocatore che sta perdendo anche l’ultima possibilità di reinserirsi nel grande giro. Probabilmente questi mesi saranno gli ultimi della sua lunga avventura americana. Ad aspettarlo, un’Europa nella quale, come ha dimostrato quest’estate, potrebbe ancora recitare un ruolo di primissimo piano.

Bernardo Cianfrocca

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