Italiani d’America: un’ “apparizione”, una schiacciata e poco più

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Dopo la parentesi da head coach di Ettore Messina nei San Antonio Spurs, il basket nostrano di oltreoceano è purtroppo tornato in quell’aurea di mediocrità che, salvo rare eccezioni, lo sta avvolgendo in questo inizio di stagione. Una di queste eccezioni è sembrata essere il debutto stagionale di Gigi Datome, avvenuto mercoledì 3 dicembre nell’ennesima sconfitta dei suoi Pistons contro i Los Angeles Lakers. Dodici minuti per l’ex capitano della Virtus Roma, sfruttati in maniera più che sufficiente con 7 punti, 3/8 dal campo, 1 rimbalzo e 1 assist. Percentuali non brillantissime, ma la voglia di mettersi in evidenza era tantissima. Tra l’altro, nonostante fosse stato inserito nel garbage time, a partita già chiusa, i minuti in cui è stato sul parquet sono stati gli unici in cui i Pistons abbiano lottato quel minimo che bastava per chiudere almeno con una sconfitta dignitosa. Un’occasione sicuramente non gettata al vento dal sardo che, nonostante ciò, sembra già destinata a passare alla cronaca come un episodio isolato, un’apparizione per l’appunto, facendo riferimento al simpatico appellativo di “Jesus” che si è guadagnato per la sua somiglianza con la figura storica di Gesù, ma anche meritato per le sue gesta “miracolose” in campo. Il miracolo più grande però, ossia convincere Van Gundy a farlo entrare stabilmente nelle rotazioni della franchigia di Motor City, sembra molto lontano dal concretizzarsi. Moltiplicare pani e pesci, a confronto, rischierebbe di risultare più semplice. La notte successiva infatti, in un’altra debacle con Boston, Datome ha riscoperto la frustrazione di stare seduto in panchina per 48 lunghi minuti. In compenso l’aspetto positivo in tutta questa situazione non manca, visto che Gigi può dirsi incolpevole dello scempio di Smith e compagni, giunti alla decima sconfitta consecutiva. Oltre a Celtics e Lakers infatti, questa settimana  anche Warriors e Bucks non hanno avuto problemi nel centrare la vittoria.

Sicuramente il nostro Gigi avrà più spazio con questa maglia addosso.
Sicuramente il nostro Gigi avrà più spazio con questa maglia addosso.

Una squadra che invece ha invertito bruscamente la pessima rotta delle prime partite è stata Denver, ora di nuovo tornata in grado di vincere spesso e di reinserirsi nella lotta playoff, come pronosticato alla vigilia di questa Nba. Gallinari però, non si sta ancora adeguando perfettamente al ritmo continuo dei suoi Nuggets. Ci aveva lasciati col fiato sospeso dopo aver dato forfait nella sfida con Phoenix per un lieve fastidio al ginocchio operato lo scorso anno. Per fortuna, si era trattato solo di uno stop occasionale e già nella successiva partita, sempre contro Dragic e compagni, si era ripresentato in buona forma, firmando la bellezza di 11 punti con 4/7 dal campo e due triple a bersaglio. Fuoco di paglia. Contro Utah il Gallo ha una nuova battuta d’arresto, stavolta solo dal punto di vista della prestazione. In appena 14 minuti di gioco ha racimolato un totale di 6 punti con 2/6 dal campo e 0/4 dall’arco. Con Portland, gara stavolta risoltasi con una sconfitta, ha trovato una via di mezzo con 9 punti e 3/9 dal campo. La strada per tornare il leader pre-infortunio è, anche in questo caso, lunga, difficile e tortuosa. Si può sperare solo che il tempo e l’ottimo rendimento della sua franchigia lo aiutino a ritrovare lo smalto migliore il più in fretta possibile.

Chiudiamo con Marco Belinelli, un altro che al momento fa molta fatica a vedere il canestro, a differenza di un recente passato tremendamente sfarzoso. A dire il vero, anche l’ex Fortitudo è stato sotto le luci della ribalta nell’ultima settimana per merito della strabiliante schiacciata messa in mostra contro i Philadelphia 76ers. Un’inchiodata pazzesca, utile a posterizzare un malcapitato Sims. Come si suol dire però, un libro non si giudica dalla copertina. Sebbene infatti la guardia azzurra abbia messo a segno 11 punti e sia finito in testa nella top 5 della notte Nba, la sua performance non è stata memorabile: un 3/13 dal campo, con tanto di 1/7 da 3, che non rispecchia le sue reali potenzialità. Una notte da leader degli highlights e pessimo tiratore, insomma, una partita del tutto insolita per lui. Nelle altre sfide non sono arrivati segnali di ripresa. Con Sacramento non è riuscito nemmeno a smuovere il suo tabellino, chiudendo con un brutti 0/6 dal campo. Con Boston, invece, 5 punti, ma in soli 7 minuti di gioco concessi da Pop. A chiudere il cerchio è arrivata la sconfitta con Brooklyn, che ha messo fine a un filotto di 8 vittorie consecutive degli Speroni; per il nostro rappresentante solamente altri 5 punti.

Cosa aggiungere in più? Il momento per i nostri cestisti non è dei migliori. Ci si aspettava conferme, riprese, risvegli, rivincite. Per ora niente di tutto ciò è avvenuto, ma la stagione è ancora lunga e spazio per sorprese e risalite ce ne sarà in abbondanza anche perché, dicendolo in tutta franchezza, peggio di così è difficile fare.

 

Bernardo Cianfrocca

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