Verrà presa ufficialmente domani, durante una riunione della NBPA, una decisione definitiva sull’inizio della stagione NBA 2020-21. I giocatori voteranno tra due date specifiche: il 22 dicembre 2020 oppure il 18 gennaio 2021, che fanno tutta la differenza del mondo soprattutto a livello economico.
Si è infatti stimato che, grazie ai guadagni delle televisioni, la differenza tra le due date sarebbe di circa 500 milioni di dollari per le tasche della NBA in favore del 22 dicembre. In quel caso la stagione regolare sarebbe di 72 partite, mentre se si iniziasse il 18 gennaio probabilmente durerebbe solo 60 incontri. In entrambi i casi non sarebbe a rischio l’All Star Weekend, del quale però varierebbero le date. Ovviamente una partenza a dicembre ridurrebbe di gran lunga sia le “vacanze” dei giocatori che hanno concluso la stagione a ottobre, sia il tempo che avranno le squadre per pianificare la offseason, con tutte le incertezze del caso tra salary cap e free agency. Tuttavia secondo Shams Charania si starebbe diffondendo l’idea tra i giocatori che un inizio il 22 dicembre sia “inevitabile” per tentare di riportare la NBA verso la normalità, visto che questa soluzione permetterebbe inoltre di cominciare la stagione 2021-22, salvo imprevisti, ad ottobre come avviene di solito. Inoltre se si iniziasse invece il 18 gennaio, la fine dei Playoff sarebbe prevista per fine agosto e quindi la stagione interferirebbe con le Olimpiadi di Tokyo, un’eventualità che la NBA vorrebbe scongiurare.
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