LE PAGELLE DELLE SQUADRE
SIDIGAS AVELLINO: 8.5. Ha chiuso per la prima volta nella sua storia al primo posto in graduatoria il girone d’andata (in verità non era mai stata prima, quindi sarebbe stato un record già di per sé). Oltre a tutto ciò non ha mai avuto il roster al completo fino a dicembre inoltrato, a causa dei vari infortuni, di Fesenko e Fitipaldo su tutti, e questo è un plus mica da ridere perché, nonostante questo, ha perso solamente 3 partite.
GERMANI BASKET BRESCIA: 8. 9 vittorie di fila non sono un record storico per la Serie A, ma è comunque un bottino pazzesco per Brescia, che ha vissuto un calo fisiologico tra dicembre e gennaio però è riuscita comunque a mantenere la seconda piazza. Alla Leonessa vanno i nostri complimenti perché ha cominciato un progetto tecnico anni fa, con Diana, e ci ha sempre creduto, anche nei momenti bui, arrivando fino ai piani altissimi del nostro basket.
EA7 EMPORIO ARMANI MILANO: 5. È vero che il primo posto è ad una sola vittoria di distanza ma è anche vero che Milano, forse quest’anno come mai prima, è una vera e propria corazzata, che si può permettere di avere il lusso Mantas Kalnietis solo per l’EuroLeague – dove, tra l’altro, sta facendo malissimo – il quale sarebbe titolare in qualsiasi squadra di Serie A. Nulla è perduto (in Italia), ma da questa EA7 ci si aspettava molto di più, visto il bendidio che può allenare Simone Pianigiani.
UMANA REYER VENEZIA: 6.5. Campionato tribolato a causa degli infortuni, ultimo, ma il più grave, quello di Gediminas Orelik, un papabile MVP. Nonostante questo i veneziani hanno chiuso al quarto posto, anche se, in verità, hanno lo stesso record di Milano e Brescia, andando a vincere proprio nell’ultima giornata d’andata al Mediolanum Forum con una prova di autorità, senza mai far pensare di poter perdere quella sfida.
FIAT TORINO: 6.5. Per quanto visto sul campo, la stagione sarebbe da 7 abbondante, tenendo conto anche dell’ottimo cammino in EuroCup, però non si può non prendere in considerazione quanto successo nei giorni scorsi tra la società e Luca Banchi, il quale ha costruito e allenato una squadra fantastica. Ora il testimone è passato nelle mani di Carlo Recalcati, un mostro sacro della nostra pallacanestro, ma non è mai facile entrare in corsa e trovare subito la giusta alchimia con i giocatori.
RED OCTOBER CANTU’: 8.5. Ad agosto nessuno dubitava della bontà del roster nei singoli, la paura era che fossero i classici americani venuti in Italia a macinare cifre, per poi vendersi in giro per il mondo il prossimo anno. Così non è, e il merito va a Marco Sodini, perché questa Red October ama giocare a pallacanestro insieme come pochissime squadre del nostro campionato. Naturalmente nella nostra valutazione abbiamo tenuto conto di tutto quello che è successo tra agosto e dicembre, con giocatori stranieri che se ne volevano andare prima ancora che iniziasse la stagione e italiani che hanno dissertato l’allenamento per il mancato pagamento degli stipendi. Questa qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia vale doppio, se non triplo, per il popolo canturino, visto tutto quello che ha dovuto sopportare negli scorsi mesi.
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA: 6-. L’obiettivo minimo – la Coppa Italia – è stato centrato. Ma sinceramente tutti quanti noi, vista la campagna acquisti estiva, pensavamo che la Virtus potesse competere per i piani alti, pensavamo potesse fare un campionato del livello di Venezia o Torino, non credevamo dovesse raggiungere le Final Eight solo all’ultima giornata per il rotto della cuffia. Quindi è una sufficienza striminzita perché l’obiettivo è stato raggiunto ma con troppa fatica.
VANOLI CREMONA: 7. Cremona è stata rifondata da capo, non è rimasto nessun giocatore della passata stagione (tolto Johnson Odom, che però non era a roster ad agosto), e nemmeno l’allenatore, vista la retrocessione sul campo. E quando riparti da zero non è mai scontato trovare subito la giusta alchimia, tant’è che nelle prime giornate la Vanoli ha faticato, e non poco (basta pensare alla pesante sconfitta in casa di Cantù). Nonostante questo, complice anche il colpo di mercato Simone Fontecchio, i cremonesi sono riusciti a qualificarsi alle Final Eight di Coppa Italia per la terza volta nella sua giovane storia. Chapeau.
DINAMO BANCO DI SARDEGNA SASSARI: 5. Dopo 6 anni di fila alle Final Eight di Coppa Italia, quest’anno la Dinamo non ci sarà. Questa è la vera notizia. Non perché i sardi non siano una squadra di livello, anzi, la vittoria contro Milano dice tutt’altro, dice proprio che la Dinamo meriterebbe di stare tra le prime 4-5 posizioni del campionato. Anche la scelta di far fuori Levi Randolph è abbastanza incomprensibile perché stiamo parlando di un ottimo giocatore per il nostro campionato. Se la Dinamo vuole – e certamente vuole – centrare i playoff, deve inserire la quinta marcia, cosa che in questa stagione ha fatto solo in rare occasioni.
DOLOMITI ENERGIA TRENTINO: 5.5. Anche Trento ha fallito l’obiettivo Coppa Italia, lei che, all’incirca, ha confermato il roster della passata stagione, il quale è arrivato alla finale Scudetto, cambiando l’asse play-pivot Craft-Hogue (che però è tornato in Trentino qualche settimana fa). Non è stato però un girone di andata semplice per l’Aquila: in primis perché ha potuto contare poche volte sul suo playmaker titolare Jorge Gutierrez ed in secundis perché ha sbagliato nel scegliere il sostituto di Hogue (Chane Behanan), oltre ad aver perso Filippo Baldi Rossi, una delle colonne portanti della squadra, in favore di Bologna. Ma non preoccupatevi che la Dolomiti Energia è un diesel e sicuramente darà del filo da torcere a tutti per la lotta playoff.
BETALAND CAPO D’ORLANDO: 5.5. I siciliani sono tornati all’obiettivo per il quale li ha sempre visti lottare: la salvezza. Indubbiamente sulla stagione paladina ha influito il doppio impegno (campionato e Champions League), arrivando spesso ad alcuni match fuori forma, a causa dei pochi allenamenti fatti insieme e delle trasferte lunghissime che i giocatori si sono dovuti sobbarcare. Nonostante ciò, Capo d’Orlando naviga in acque abbastanza tranquille – ma non tranquillissime – e perciò ha tutto il tempo per portare a casa una salvezza morbida, senza dover arrivare all’ultima giornata.
GRISSIN BON REGGIO EMILIA: 5. Reggio Emilia, insieme a Sassari, è la grande delusione di questo campionato. Al netto degli infortuni e di una buonissima EuroCup, in Serie A sta facendo male, e non poco, essendo a solo +2 sull’ultimo posto in classifica. Indubbiamente i continui cambi di roster e le varie assenze – ultime in ordine cronologico quelle di Chris Wright e Niccolò De Vico – hanno influito parecchio sull’andamento in Italia, però è anche vero che comunque Menetti ha quasi sempre avuto a disposizione giocatori di tutto rispetto, con i quali avrebbe dovuto ottenere risultati migliori.
THE FLEXX PISTOIA: 5.5. I toscani erano partiti benissimo, con due vittorie, poi sono sorte tantissime complicazioni. La più grande è stata indubbiamente quella relativa all’infortunio di Tyrus McGee, oltre al ritiro preventivo dall’attività agonistica di Jamon Gordon e al taglio di Markus Kennedy. Detto questo comunque Pistoia ha tutte le chance del mondo di potersi salvare, con le unghie e con i denti, e soprattutto facendo affidamento al fortino PalaCarrara.
VICTORIA LIBERTAS PESARO: 5.5. La VL sta facendo il campionato che ci saremmo aspettati tutti quanti e che è similare a quello delle ultime 3-4 stagioni: lottare in tutti i modi per non retrocedere. Spiro Leka, affidandosi ai suoi leader Dallas Moore ed Emmanuel Omogbo, è riuscito a portare a casa 4 vittoria, alcune delle quali molto più che inaspettate, per esempio l’ultima in casa contro Sassari o quella a Reggio Emilia ad inizio stagione.
HAPPY CASA BRINDISI: 5.5. I pugliesi hanno vissuto un campionato a due facce: pre e post Vitucci. Che il roster brindisino fosse meno forte delle passate stagioni si sapeva, anche per un ridimensionamento del budget, ma che facesse così tanta fatica, forse, è un po’ inaspettato. Nonostante ciò, da quando è arrivato il tecnico veneziano c’è stata un’inversione di marcia, tant’è che sono arrivate 2 vittorie di fila, che sarebbero potuto essere benissimo 3, se Charles Thomas non avesse segnato quella preghiera allo scadere domenica scorsa. L’Happy Casa, come tutte le altre, dovrà fare affidamento alle mura amiche per provare a salvarsi, visto che il PalaPentassuglia è uno dei palazzetti più caldi d’Italia.
OPENJOBMETIS VARESE: 5. Eccoci arrivati al fanalino di coda, anche se ha gli stessi punti di Pistoia, Pesaro e Brindisi: Varese. L’Openjobmetis era partita bene, grazie al maestro Attilio Caja, ma poi si è spenta, complice un Damian Hollis non adeguato al contesto e, soprattutto, all’infortunio di Antabia Waller, che ha terminato la stagione in anticipo e che i biancorossi non sono ancora riusciti a sostituire. In base a chi verrà al suo posto potrà essere definito il campionato di Varese: lottare fino all’ultima giornata per non retrocedere oppure portare a casa una salvezza tranquilla con qualche settimana di anticipo rispetto alla fine del campionato.
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