Lebron James e Kyrie Irving: un rapporto che senza assist non era decollato

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Negli Stati Uniti definiscono un giocatore che non passa la palla un “ball hog”, letteralmente un “avido di palloni”, che in Italia potremmo tradurre con un popolare “veneziano”, senza alcun riferimento agli abitanti della Laguna.

Lebron James era consapevole dei problemi di Kyrie Irving a passare il pallone quando decise, l’estate scorsa, di tornare a Cleveland, formando (inizialmente) una coppia offensivamente inarrestabile con il prodotto di Duke. L’attitudine di Irving di comportarsi come un ball hog però aveva creato subito qualche frizione tra il numero 23 e il playmaker, per cui il termine point guard sarebbe forse più appropriato.

In particolare Joe Vardon del Notheast Ohio Media Group ha recentemente riportato questo aneddoto, raccontato in un’intervista dallo stesso Irving, avvenuto a Novembre dopo una sconfitta contro gli Utah Jazz in cui il playmaker aveva chiuso con zero assist:

Lebron venne da me e mi disse “Per prima cosa non puoi giocare un’altra partita senza assist. Puoi farne uno, due, tre, ma non zero”. E io gli risposi che andava bene, che non sarebbe accaduto di nuovo, infatti così è stato.

Un paio di giorni fa, Brian Windhorst di ESPN ha narrato di un clima simile ad inizio stagione nello spogliatoio dei Cavs durante un podcast con Bill Simmons per Grantland:

In principio di stagione, Lebron non poteva credere a quanto fossero dei ball hog Irving e Dion Waiters. Durante la prima striscia di trasferte, erano ad Ovest, Kyrie giocò qualcosa come 70 minuti consecutivi senza un assist, Lebron non ci poteva davvero credere. La prima volta, in un incontro a Portland, era così frustrato che di base stette nell’angolo ad aspettare per gran parte del match. La sera dopo Irving lo fece di nuovo, così James non poté esimersi dal parlargli. “Non puoi giocare in questo modo. Forse hai giocato così negli ultimi anni, ma ora non puoi più”. E, a sorpresa, Kyrie lo ha ascoltato.

Francesco Manzi

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