GM Serie A: il miglior direttore sportivo dell’anno secondo BasketUniverso

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Il GM dell’anno secondo Mario Puggioni: Federico Pasquini

Ricostruire quasi completamente il roster è sempre stato il mantra del Banco di Sardegna Sassari. È accaduto nei primi anni di A e nelle stagioni precedenti e antecedenti al triplete. Non è mai successa una riconferma in blocco della rosa e la linea non poteva che rimanere tale anche nell’anno d’esordio della gestione da manager di Federico Pasquini, confermato, dopo lo 0-3 incassato negli ottavi di finale contro Reggio Emilia, nell’inedita doppia veste di GM e head coach.
Il doppio ruolo ha sì il vantaggio di non avere nessuna pretesa capricciosa da parte di allenatore e staff, ma ha anche un ulteriore peso nelle scelte dei futuri tesserati, prese secondo un certo criterio personale e guardando anche il budget a disposizione. Il ferrarese non si è tirato indietro e, conscio delle sue scelte, ha scelto i suoi uomini unendo esperienza e gioventù, con due dinamiche combo guard statunitensi, due veterani coadiuvati da un giovane nello spot di lunghi (tutti europei), la riconferma di Stipcevic e il blocco italiano con Monaldi e il classe ’99 Ebeling.
Tuttavia quello che mi ha convinto maggiormente del suo lavoro non riguarda tanto il lavoro estivo, quanto le scelte fatte a stagione in corso. Perché i tagli di Johnson-Odom e Olaseni sono stati certamente dei piccoli fallimenti, ma gli innesti chiamati a sostituire, nonostante alcuni scetticismi, si sono rivelati invece grandissime chiamate: due veterani come Bell e Gani Lawal e un ottimo rincalzo come Lighty. Il primo, rimasto senza squadra dopo il fallimento del Phoenix Hagen, e la coppia di lunghi “tagliata” rispettivamente da Cantù e Trento, si sono inseriti perfettamente negli schemi della squadra, dimostrando grande professionalità e attaccamento alla maglia. La scalata successiva in campionato e nelle coppe, dopo il periodo di magra, è anche e per buona parte merito loro. Azzardi presi a cuor leggero, come nel caso di Carter, tenuto spesso come riserva di lusso in tribuna e rivelatosi pedina fondamentale dopo l’infortunio di Lacey.
Sui meriti tattici non subentro, dato che questo non è luogo adatto. Ma quel che si può sicuramente affermare è che queste piccole cose alla fine fanno del resoconto sul lavoro di Pasquini un quadro di intelligenza tattica, rischi, timori e soddisfazioni.

Il GM dell’anno secondo Michele Manzini: Salvatore Trainotti


Trento si conferma ai livelli degli anni passati e conquista per la terza stagione consecutiva su tre i Playoffs di Serie A. Dopo aver perso Pascolo, il GM Trainotti ha allestito anche quest’anno una squadra più competitiva, probabilmente la migliore del girone di ritorno (11 vinte su 14). Il gioco espresso è sempre tra i più solidi e divertenti del campionato, grazie alla continuità trasmessa da Forray e alla continua crescita personale di due giovani italiani come Flaccadori e Baldi Rossi. L’ottima scelta di Aaron Craft come play titolare è stata accompagnata da un po’ di sfortuna con ciò che hanno prodotto gli altri americani (su tutti gli infortuni di Lighty e di Marble arrivato in corso) ma la ciliegina sulla torta è stato l’ottimo ritorno di Sutton che ha consentito alla squadra di elevare ulteriormente la sua presenza fisica e il suo gioco corale. Ora la squadra è attesa al vero salto di qualità nella post-season, ma le scelte fatte da Trainotti in estate e in corso d’opera stanno ampiamente pagando.

Il GM dell’anno secondo Bernardo Cianfrocca: Nicola Alberani

Nicola Alberani (irpinianews.it)

Di squadre competitive, sulla carta, ne hanno viste diverse ad Avellino, almeno negli  anni recenti. L’ultimo biennio irpino però, con Nicola Alberani a tirare le redini, ha visto collimare le aspettative con la realtà. I biancoverdi sono diventati una realtà consolidata ai piani alti del nostro campionato, in grado di far meglio di compagini come Sassari e Reggio Emilia, che sembravano ormai aver guadagnato il ruolo di prime e naturali outsider dell’Olimpia Milano. Merito di un dirigente che ha saputo conservare il nucleo del roster dello scorso campionato, a partire da Joe Ragland, uno dei migliori giocatori dell’intera stagione. Attorno a lui un allestimento saggio e mirato, con giocatori affidabili quali Randolph e Thomas, seppur non al livello dello status di star cui era giunto Nunnally. La stagione in corso ha però portato al colpo Logan, giocatore che ha già ampiamente dimostrato di poter essere determinante nella nostra Serie A e che potrebbe ricalcare, se non migliorare, le gesta del suo predecessore. Alberani si è mosso molto bene anche nel migliorare sensibilmente il gruppo italiano, pescando la solidità e l’esperienza di Zerini e Cusin. Non a caso, la tenuta sul doppio impegno campionato-Champions è stata piuttosto positiva e soddisfacente. Fesenko, giocatore dominante sotto i tabelloni, è stata un’altra presa di spessore, anche se sia lui che Cusin hanno spesso lasciato orfana di centimetri la Scandone per via dei numerosi problemi fisici. Per questo è arrivato un ultimo regalo, chiamato Shawn Jones. Se si tratterà di una ciliegina sulla torta, ce lo diranno gli imminenti playoff. Di sicuro non si potrà dire che il GM abbia fatto trovare un roster non preparato all’appuntamento.

Redazione BasketUniverso

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