Milano-Sassari, atto finale: chiavi di lettura di una partita impronosticabile

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Milano-Sassari. La nuova sentitissima rivalità del panorama cestistico italiano, che giungerà, almeno per questa stagione, al capolinea. La decisiva gara 7 di stasera stabilirà chi avrà il sacrosanto diritto di godere e di presentarsi, legittimamente, come la favorita della finale scudetto.

Da quando è terminata l’era infinita della Siena di Pianigiani, stiamo assistendo annualmente a dei playoff di gran lunga più incerti, emozionanti e ricchi di spunti. Milano, che nelle ultime due stagioni ha dominato la regular season e sembrava destinata ad assumere il ruolo di cannibale del campionato, ha sempre incontrato sulla sua strada più ostacoli del previsto. Lo scorso anno riuscì a lasciarsi tutto alle spalle con l’apoteosi di gara 7 contro Siena, ma quest’anno? Gentile e soci saranno ancora in grado di sconfiggere i rispettivi avversari, la paura del baratro e la tensione psicologica dell’essere, sempre e comunque, i grandi favoriti? E’ da qui che bisogna partire: Milano ha già fallito due obiettivi stagionali (Coppa Italia e Supercoppa), è stata protagonista di un cammino nelle top 16 di Eurolega a un livello decisamente inferiore rispetto a quello della scorsa stagione e non può più permettersi di sbagliare. Pena il fallimento totale, gli zero tituli, l’etichetta di annata più disastrosa dell’ultimo decennio, nonostante la concorrenza del passato.

Banchi, dalle critiche alla ripresa, ma c'è bisogno dell'ultimo passo.
Banchi, dalle critiche alla ripresa, ma c’è bisogno dell’ultimo passo.

Milano ha però già dato l’idea di aver compreso il grande rischio verso cui è andata incontro e va incontro tuttora, consapevole di dover salire lo scalino più importante, altrimenti rischierebbe di rimanere soltanto il tentativo di un’eroica sfiorata rimonta, frutto di sbagli commessi in precedenza. Sassari, dall’altra parte, torna forse a vestire i panni che più le si addicono, quelli della sfavorita, della Cenerentola, della squadra di provincia alla ricerca del proprio sogno. Non è propriamente così: se è vero che l’EA7 è la società più ricca del nostro campionato, è altrettanto veritiero sostenere come il presidente Sardara abbia investito prontamente e ingentemente in questo suo solido e ambizioso progetto. Anche durante questa stagione il presidente non si è tirato indietro, ritoccando la compagine in itinere a seconda delle esigenze del proprio allenatore. Sassari ha i mezzi, le capacità e la mentalità per centrare il primo scudetto della sua storia. Ridurre la competizione ad una mera questione di budget non sarebbe giusto, soprattutto se hai avuto già a disposizione due match point per avvicinarti al sogno. E’ di ciò che la Dinamo deve rammaricarsi, della sua totale assenza di cinismo e di killer instinct. Paradossalmente, il pareggio nella serie e il ripresentarsi al Forum di Assago nelle vesti di colei che non ha nulla da perdere potrebbe aiutare la Dinamo a tornare ad esprimersi sui suoi livelli migliori.

Aver già vinto Supercoppa e Coppa Italia permette a Sassari di guardare questa stagione con occhio ottimistico, qualunque sia l’esito di stasera. Chissà, però, se queste due prestigiose coppe basterebbero a cancellare l’eventuale dolore di una rimonta subita dall’1 a 3 in proprio favore, con annesso match point tra le mura amiche. Sacchetti ha spesso sostenuto come fosse più facile sconfiggere Milano in una gara secca piuttosto che in una serie ma, dopo aver dimostrato di potersela giocare nell’arco di più partite, deve sperare che non venga infranto l’ultimo tabù, quello della sfida secca. Questa gara è infatti simile a una finale, seppur con la stanchezza e lo stress accumulati nei primi sei match. Al momento del lancio della palla a due, le due squadre sapranno che al termine della partita il loro destino sarà segnato; non si potranno fare calcoli, ma prevarrà solo chi avrà fatto un punto in più dell’avversario, chi avrà sbagliato meno e chi avrà sputato più sangue sul parquet. Se è vero che l’inerzia della serie sembra aver abbracciato la truppa di Banchi, non ci si può dimenticare dello spirito delle red shoes, eccetto Gentile, al termine di gara 4. Il capitano è riuscito a prendere per mano i suoi compagni nelle ultime due sfide, perciò non è escluso che anche la Dinamo possa avere una reazione simile. Lo scoramento post gara 6 deve essere accantonato, poiché il traguardo dista soli 40 minuti, ma stavolta per entrambe le squadre. Psicologicamente, per i motivi finora elencati, è una sfida apertissima.

Sacchetti deciderà di affidarsi completamente a Sosa?
Sacchetti deciderà di affidarsi completamente a Sosa?

La testa è fondamentale in determinati appuntamenti, ma si riflette poi nelle mani e nelle scelte effettuate sul parquet. Tecnicamente e tatticamente come si presentano le squadre? I protagonisti eccelsi della serie sono finora stati pochi, Gentile e Samuels da una parte, Lawal e Sosa dall’altra. Il giocatore azzurro è stato sublime per capacità realizzativa, leadership, guida motivazionale di un gruppo che sembrava impaurito e sperduto. I suoi punti di media in questa serie sono 22, abbassati, tra l’altro, da quella gara 1 in cui ha chiuso prematuramente a 10 punti a causa di un’espulsione. Samuels, che, a livello di cifre, non ha mai steccato, ha però esponenzialmente alzato il proprio livello di gioco negli ultimi due incontri. Sempre presente a livello di punti, si è fatto sentire maggiormente anche a livello di rimbalzi, difesa e assist. Il suo elevato tasso tecnico, abbinato a quello di Gentile, sono stati l’ancora di salvataggio di una squadra priva di altre durature certezze offensive. A proposito di certezze, Hackett ha fatto mancare la sua nelle ultime due partite: le reiterate proteste in gara 4 lo hanno tolto dalla serie nel momento più duro e caldo, momenti che in passato sono stati il suo habitat preferito. I maligni sussurrano che la sua assenza sia stata provvidenziale per Milano, ma la memoria è ben corta nello sport, così il nativo di Forlimpopoli ha di nuovo lo scabroso compito di far ricredere i suoi molteplici scettici. L’occasione si mostra propizia: sarà importante per lui ergersi a protagonista, senza però togliere spazio a quei giocatori che hanno dimostrato di essere fondamentali col loro contributo. Moss in gara 2 e 5, Melli in gara 5, Ragland nell’ultimo appuntamento e Brooks nella stessa gara 6: se Gentile e Samuels tirano la carretta, l’EA7 ha bisogno almeno di un altro paio di importanti contributi realizzativi per avere la meglio. Hackett, come in gara2, è in grado di assolvere a questo compito. Al tempo stesso, rinunciare a Brooks nel momento in cui è finalmente esploso, potrebbe pesare. Banchi ha il compito (spesso non eseguito) di far trovare il ritmo a tutti i suoi migliori interpreti. L’ex tecnico di Siena ha però vinto le ultime partite anche grazie a una difesa perfetta negli ultimi 20 minuti di partita, motivo per cui risulta difficile tenere in campo in contemporanea Hackett, Gentile e Brooks, rinunciando così alla bravura difensiva di Moss o Cerella. Il quintetto piccolo è una soluzione spesso adoperata, ma comporta l’esclusione di Samuels o, comunque sia, una sofferenza generale a rimbalzo. Un lusso che paga se in campo c’è Mbodj, meno Lawal.

Il nigeriano, quasi a sorpresa si è innalzato a leader. Il suo duello con Samuels prosegue in maniera imperterrita, senza che uno dei due riesca mai ad annientare l’altro. Spesso Sassari ha subito i parziali più tremendi mentre lui era in panchina per problemi di falli. Dovrà evitare questa evenienza, anche se il rientro di Kadji nelle rotazioni al posto dell’inadeguato Mbodj rafforza le rotazioni sarde. Per quanto riguarda “i piccoli”, l’ex coach dell’Orlandina dovrà fare una considerazione precisa: questa serie è raramente appartenuta a Dyson, a parte l’abilità, in alcuni frangenti, di andare spesso in lunetta. Al tiro le sue percentuali sono pessime e, spesso, arriva col togliere minuti a Sosa, il vero uomo in più. Sacchetti deve avere il coraggio di fare scelte nette: non c’è più tempo per recuperare un giocatore, se Dyson non darà risposte convincenti nei primi frangenti di gara 7, il ricorso costante all’ex Biella sarà automatico. Si potrebbe anche tentare una convivenza tra i due, ma Logan da 3 è un’arma a doppio taglio: se offre triple e punti ben venga, ma rischia poi di essere deleterio in difesa. Lo stesso ex Pana ha finora dato contributi ad intermittenza e per vincere una gara del genere c’è bisogno di più continuità. Molto dipenderà da come Sacchetti vorrà impostare il match: nei playoff la squadra è dipesa molto meno dal run and gun, mettendola più sull’intensità, sia nel pitturato che nella propria metà campo. In Coppa e Supercoppa la Dinamo ha invece praticato la pallacanestro per la quale è nota da anni, bombardano il canestro avversario con continuità. In tutto ciò non bisogna trascurare Sanders, l’unica possibilità per mettere in difficoltà Gentile: attaccandolo, può fargli spendere molto in difesa, caricarlo di falli e, quindi, levargli risorse per l’attacco. Devecchi e Formenti non si sono infatti rivelati degli antidoti difensivi particolarmente efficaci.

Samuels e Lawal, duello più affascinante della serie
Samuels e Lawal, duello più affascinante della serie

Sarà importante leggere la partita in corso d’opera. I primi 10/15 minuti di partita serviranno a capire chi è in serata tale da poter fare la differenza. I due allenatori, soprattutto Banchi, hanno finora vinto le rispettive partite quando hanno operato scelte nette e accorciato drasticamente le rotazioni. La speranza è quella di vedere, con buona pace dei tifosi direttamente interessati, una partita che riservi intensità, emozioni, giocate ed equilibrio fino alla fine, per fare in modo che questa serie, al di là dell’esito finale, venga ricordata per ciò che ha regalato in campo e non per proteste spinte, lanci di oggetti, polemiche forzate e sboccate sui social network tra tifosi, diti medi alzati, critiche feroci all’arbitraggio e provocazioni. Tutte cose che fanno parte del gioco e che, probabilmente, hanno reso questa serie qualcosa in più di quello che rappresenta, ma che non devono ergersi a protagoniste assolute. I presupposti per uno spettacolo sano e coinvolgente ci sono stati e ci saranno ancora. 

Tutti pronti alle ore 20:35 su Rai Sport 1 per gustarsi, probabilmente, i 40 minuti più tesi di tutta la stagione italiana. Undicesimo confronto stagionale e 5 vittorie a testa, in ogni caso, complimenti ai vincitori e onore ai vinti. 

 

Bernardo Cianfrocca

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