LaMarcus Aldrdige ha parlato per la prima volta dal momento in cui ha annunciato improvvisamente il suo ritiro.
Nel corso di un’intervista a The Athletic, Aldridge ha parlato del suo rapporto con Damian Lillard ma soprattutto dei problemi di depressione avuti dopo aver dovuto smettere di giocare.
È uno shock smettere da un momento all’altro di fare qualcosa che ti piace così tanto, è stata veramente dura. Non ero pronto per il ritiro, credevo di poter dare ancora tanto ai Nets con esperienza e talento, è stato difficilissimo smettere. Ho sofferto di depressione ma ora sto iniziando a capire come affrontare questa cosa. Amo questo gioco e sento di avere ancora molto da dare ma per il momento sto pensando a ritrovare me stesso. Ho scoperto nel 2006 di avere una sindrome cardiaca ma l’ho sempre gestita, nonostante alcuni problemi momentanei. Poi però il mio cuore ha iniziato a battere in modo molto strano, può succedere con la sindrome di Wolff-Parkinson-White di avere un battuto irregolare. Ho passato una nottata bruttissima e poi sono andato in ospedale, lì però tutto era tornato normale e questo mi ha preoccupato ancora di più. Ho capito che non potevo più spingermi al limite perché possono succedere tante cose brutte in queste circostanze.

Il basket è una malattia di famiglia.
Diplomato al liceo classico all’ombra delle millenarie mura ciclopiche di Alatri, nel cuore della Ciociaria, poi laureato in lingue presso l’Università di Roma Tor Vergata e successivamente studente del master “Comunicare lo Sport” della Cattolica a Milano.
Sono giornalista pubblicista, istruttore minibasket, allenatore e (quasi ex) playmaker. Sono stato responsabile marketing e comunicazione del Basket Ferentino (A2), nonché dipendente della FIP Lombardia.
Da Novembre 2017 sono direttore responsabile di BasketUniverso.