Da ieri sta facendo molto discutere il caso degli insulti razzisti ricevuti da Bruno Ondo Mengue ad Arezzo, nel match di C Gold fra la squadra locale e il Costone Siena.
Il giocatore stesso ha spiegato che gli arbitri non hanno sentito questo tipo di insulti e perciò è altamente probabile che non ne abbiamo fatto menzione nel rapporto arbitrale. Sulla base di quest’ultimo, il giudice sportivo eleva le sanzioni necessarie. Per questo motivo fra i provvedimenti disciplinari relativi ad Arezzo – Costone non c’è nulla a riguardo ma solamente una multa di 180 per “offese collettive frequenti del pubblico nei confronti di un tesserato ben individuato”, oltre a un’altra ammenda di 112,50 euro per “presenza negli spogliatoio a fine gara di persone non autorizzate” e la squalifica di due settimane ai danni del dirigente aretino Federico Fracassi “per comportamento offensivo e minaccioso nei confronti degli arbitri”.
Nessuna traccia, dunque, degli insulti razzisti a Ondo Mengue. In un certo senso è giusto che i fischietti riportino ciò che vedono e sentono, non è possibile produrre un rapporto sulla base della testimonianza di un atleta. Chissà se ora la Procura Federale, sulla base di un esposto o spontaneamente, deciderà di attivarsi alla ricerca di prove video dell’accaduto.
Nel frattempo la Scuola Basket Arezzo in una nota ufficiale ha condannato fermamente il razzismo, ribadendo però che l’episodio “non è stato riscontrato dal pubblico presente, dai dirigenti di entrambe le squadre, dagli arbitri e nemmeno dai giocatori, tanto da non essere stati presi provvedimenti dal Giudice Sportivo”.
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