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Non diamo per scontato quello che ha fatto quest’Italbasket

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Per quest’Italbasket ci riferiamo a quella dal 2020 in poi, naturalmente, e non parliamo di commissari tecnici, ma di giocatori, di gruppo, di Uomini.

Facciamo un passo indietro. Nel 2019 avevamo delle buonissime aspettative perché quella squadra poteva contare su un Danilo Gallinari da quasi 20 punti di media in NBA, un Marco Belinelli che comunque era ancora un giocatore da 10,5 punti a gara con gli Spurs, un Gigi Datome che era tra le migliori ali piccole d’Europa e un Daniel Hackett che aveva appena vinto un’EuroLega con il CSKA Mosca da assoluto protagonista.

Insomma, 4 su 5 erano giocatoroni che pochi roster di Nazionali presenti al Mondiale potevano dire di avere, senza poi dimenticare Jeff Brooks, che veniva da ottime stagioni in Europa ed era a Milano, Amedeo Della Valle, Alessandro Gentile e altri. Sulla carta quella Nazionale aveva i nomi per battere la Serbia, che era fortissima ma non era quella del 2022, a nostro parere. Perché Nikola Jokic non era quello del 2022 e Vasilije Micic non era quello del 2022. Ricordiamo che uno dei mattatori serbi fu Miroslav Raduljica, in Cina già da un paio di anni e virtualmente ritirato dopo la stagione con Milano. Ci stava perdere ma non di 15 com’è accaduto, sempre sulla carta, poi le partite vanno giocate e lì è tutto un altro discorso.

Rifondazione

Dopo il Mondiale, Daniel Hackett e Luca Vitali dicono addio alla Nazionale. Poi c’è il Covid e tutto necessariamente cambia. Arriviamo all’estate del 2021 con una squadra totalmente diversa rispetto a 2 anni prima. Il quintetto è composto da Nico Mannion, Stefano Tonut, Simone Fontecchio, Achille Polonara e Nicolò Melli. Tolto Melli, che non c’era anche nel 2019 a causa di un infortunio, gli altri – sulla carta – erano inferiori ai 4 sopracitati.

La Serbia ha delle assenze e facciamo il miracolo a Belgrado. Ma quello che dobbiamo capire è che quella fu una vera e propria impresa. Oggi sappiamo chi è Simone Fontecchio, ma l’abruzzese nell’estate del 2019, quella del Mondiale sopracitato, andò a giocare in una formazione che non faceva nemmeno le coppe europee, a Reggio Emilia, perché nessun top team decise di puntarci. Poi è vero che nel 2020-2021 aveva fatto ottime cose all’Alba Berlino ma mai ci saremmo immaginati che nel giro di 1 anno sarebbe andato con un biennale garantito nello Utah. Mai e poi mai.

Non diamo per scontato quello che abbiamo fatto

Non vogliamo ripercorrere tutto quello che abbiamo fatto, Belgrado, Tokyo, Berlino, tanto lo sapete, ma vogliamo solo ricordarvi da dove arriviamo, chi siamo e cos’abbiamo fatto. Arriviamo da una rifondazione completa avvenuta in un anno, tra l’altro in un anno senza pubblico, un’Olimpiade, quasi una Semifinale a EuroBasket e un Quarto di Finale ai Mondiali che non accadeva da 25 anni.Fontecchio Italia Serbia pozzecco italbasket team usa

Ecco, anche questo dato, non diamolo per scontato. Era dal 1998 che non arrivavamo tra le prime 8 del mondo e sicuramente quella di quest’anno non è “la Nazionale più forte di tutti i tempi”. Per l’Italbasket del 2015 arrivare a medaglia era obbligatorio. E non ce l’abbiamo fatta. Nel 2016 era obbligatorio andare ai Giochi Olimpici con il Pre-Olimpico in casa e con una Croazia mediocre. E non ce l’abbiamo fatta.

Non possiamo definire questi risultati un miracolo sportivo ma sicuramente straordinari, nel vero senso del termine, fuori dall’ordinario. Non c’erano Hackett, Belinelli, Datome, Gallinari, Melli e Bargnani in questo roster. Eppure siamo arrivati dove non arrivavamo dal 2004 (Olimpiadi) e dal 1998 (Quarti di Finale di un Mondiale). Per questo vi chiediamo di non dare per scontato quello che ha fatto quest’Italbasket.

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