Il presidente federale Gianni Petrucci, è tornato a parlare al Corriere della Sera dopo la fine dell’Europeo, e nell’imminenza della nuova stagione che partirà con la Supercoppa questo weekend. I temi trattati sono stati quelli più scottanti per il basket italiano: dalla nomina di Tanjevic a supervisore delle nazionali, ai non certo esaltanti risultati della Nazionale, fino ad arrivare alla querelle sul budget.
Su Tanjevic: “Io non sono un tecnico, Tanjevic lo è. La gente dice che Petrucci non capisce niente di basket? Bene: di Tanjevic nessuno potrà dirlo”. Boscia sarà utile anche a capire perché ”nel ranking giovanile, sia maschile che femminile, siamo secondi, poi quando si passa a senior siamo costretti a inseguire”, e sull’età non più verdissima del tecnico “preferisco la competenza al giovanilismo”.
Sul rapporto con il neo c.t. Sacchetti: “Sacchetti farà il c.t., le convocazioni le farà lui… Tanjevic dovrà individuare i problemi e indicare la direzione da prendere per risolverli”. L’obiettivo di Petrucci è quello di lavorare per costruire una “nuova generazione”, ma i risultati di questo lavoro si vedranno solo nel lungo termine.
Sulle dichiarazioni di Danilovic, capo della federazione Serba, che aveva confrontato lo scarso budget a disposizione degli slavi (2,5 mln di €), irrisorio in confronto ai 41 a disposizione dell’Italia, il presidente federale ha dichiarato che “In realtà il nostro budget è di 37 mln. Ma non c’entra nulla, non è automatico che le squadre con più soldi vincano i campionati, altrimenti perché la Serbia avrebbe perso contro la Slovenia che ha un budget ancora inferiore? Non è una questione di soldi ma di mentalità… Investiremo di più sul settore giovanile e sugli impianti, ma su questo aspetto lo Stato deve intervenire e costruire, i presidenti dei club già si svenano per fare attività. Si svenano per pagare giocatori di un livello non eccelso? Sì, che sono spesso stranieri e tolgono spazio agli italiani”.
Ultima due stoccate: una sulla questione “finestre” per le qualificazioni FIBA delle nazionali: “Se Sacchetti convocherà i giocatori di Milano, dovranno rispondere alla convocazione”; e un’altra rivolta ai suoi detrattori: “Secondo me Petrucci è l’uomo giusto per rilanciare il basket italiano, e anche secondo quelli che mi hanno votato. Se io ho fatto il mio tempo, gli altri non sono ancora nati”.
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Ed è subito 1997.
Non è una questione di soldi ma di mentalità… Ecco…e lì come siamo messi?