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Razzismo in una partita di U18 Marche: “Sei una scimmia!”, ora l’atleta della Real Magnifico vuole smettere e l’ex Vuelle denuncia il fatto

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Ancora una volta, anche nella pallacanestro giovanile, si è verificato un orrendo episodio di razzismo che ha visto come protagonista un giovane giocatore, figlio di immigrati, che milita nella Real Magnifico Basket Club U18 (società giovanile di Pesaro dell’ex bandiera e capitano della Vuelle, Walter Magnifico).

Come riporta l’ex giocatore della Vuelle e della Nazionale, al termine della partita, persa dalla Real Magnifico, i ragazzi della squadra ospite si sono resi protagonisti di un atteggiamento abominevole nei confronti di un giovane atleta della Real Magnifico. Dopo un susseguirsi di continui “buu” da stadio, è arrivato un insulto pesantissimo sempre a suo indirizzo: “Sei una scimmi di me***!”. Questo insulto, è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno fino all’orlo, e così Walter Magnifico ha denunciato, con un messaggio su Facebook e sulla pagina della società, il terribile accaduto; anche perché ora, come racconta, il ragazzo è talmente amareggiato e ferito che sta seriamente decidendo di terminare la sua carriera, nonostante i compagni, allenatori e presidente, stiano cercando di fargli cambiare idea in tutti i modi.

Riportiamo qualche estratto del messaggio lanciato sui social da Walter Magnifico:

SPORT E INTEGRAZIONE: SIAMO AD UN BIVIO, DECIDIAMO QUALE STRADA PERCORRERE.

Vivo da sempre nel mondo del basket ed ho, sempre e fortemente creduto, che lo sport offra possibilità di conoscenza e di socializzazione tra ragazzi anche di culture diverse e, in questo senso, può essere inteso come veicolo di valori positivi, di educazione, civiltà ed umanità. […] Mai, in tantissimi anni vissuti sui campi di gioco, mi sarei aspettato di vivere direttamente un’esperienza così negativa che mi getta addosso così tanta amarezza e rabbia, soprattutto perché i protagonisti sono proprio giovanissimi atleti di 16-17 anni. Al termine di una partita del Campionato regionale Under 18 Gold, le vergognose frasi offensive e discriminatorie che i nostri avversari, dopo aver vinto meritatamente sul campo, rivolgevano ad un nostro giocatore di colore, nella permanenza in spogliatoio delle squadre, non avevano assolutamente nessuna ragione di esistere e la situazione non è degenerata solo grazie alla correttezza dei nostri ragazzi, che hanno lasciato l’impianto delusi ed amareggiati, senza mettere in atto nessuna reazione offensiva se non difendendo educatamente il proprio compagno. Sono oltraggianti le parole come “scimmia di merda”, e i “buu da stadio” che il nostro amico ha dovuto ascoltare e subìre al suo indirizzo […]. La Società ospite nei giorni seguenti ha formulato le scuse al nostro giocatore, pur sottolineando il proprio disaccordo con il rapporto redatto dall’arbitro presente sul posto. […] Per quanto ci riguarda, purtroppo, la reazione del nostro giocatore alle decisioni del giudice […] è stata quella di comunicarci che non avrebbe più giocato a basket, fortemente deluso dal fatto che chi lo aveva offeso e umiliato, l’aveva fatta franca. […] Io per primo con tutti i suoi amici, in questi giorni abbiamo fatto di tutto per fargli cambiare idea e di riportarlo sui propri passi, di sentirsi orgoglioso del colore della sua pelle e di diventare sempre più forte e più onesto di tutti quei maleducati che dimostrano cecità ed immaturità e che purtroppo potrà incontrare ancora sulla sua strada. […] Forse oggi ci troviamo in questa situazione perché dovunque (in ogni ambito, sport, scuola, lavoro) si giustificano fin dalla giovane età comportamenti immorali e discriminatori. Siamo ancora molto indietro su questo aspetto e bisognerebbe avere, tutti, più coraggio per poter riuscire a ribaltare le cose e far diventare lo sport un vero luogo di accoglienza ed integrazione per tutti.

Per chi volesse leggere il messaggio completo, lo trovate qui. E l’intenzione di Magnifico sarebbe quella di far girare il più possibile la voce, per cercare, una volta per tutte, di cambiare le cose.

Kevin Bertoni

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