Il neo acquisto milanese Shawn James, reduce da una stagione condizionata da un brutto infortunio al Maccabi Tel Aviv, ha parlato della sua ex squadra a Sport5.co.il, rilasciando dichiarazione al vetriolo contro molti componenti della squadre israeliana.
Maccabi. Volevo rimanere nonostante tutto, perché avevo un contratto lungo e nel basket gli infortuni possono capitare. Prima mi hanno curato e poi all’improvviso mi hanno detto “non abbiamo più bisogno di te”; hanno guardato solo ai risultati delle partite senza considerare chi ha lavorato dietro e che sarei potuto essere un valore aggiunto. Sarei rimasto, ma non mi hanno voluto quindi è inutile parlarne.
David Blatt. Nessuno si è preso la responsabilità di avermi mandato via, ma so che David Blatt mi voleva, lui mi ha preso e conosceva il mio potenziale, mi ha sempre sostenuto; prima di partire ho saputo che il mio futuro sarebbe stato legato al suo.
Il neo coach Goodes. Lo conosco bene e gli ho dato la mia benedizione quando ha ricevuto l’incarico, abbiamo sempre avuto un buon rapporto e siamo amici. Sinceramente non credo che sia stato lui ad avermi scaricato, perché so che al primo anno da head coach non gli farebbe scegliere i giocatori.
Il dirigente Danny Federman. Forse questo Federman non mi voleva, è lui che comanda e prende le decisioni, ma con lui non ho mai avuto una relazione, se mi chiedete chi sia so dire soltanto che con lui è sempre stata solamente una questione di affari.
Tyrece Rice. E’ un business, ma io sono una persona fedele e sono arrabbiato con chi sta andando via per soldi, anche se so che comunque sarà sempre un business e se vai male un anno ti licenziano.
Il dirigente Nikola Vujcic. Ripeto che loro considerano solo chi va in campo. Visto che non giocavo, Nikola mi ha comunicato che volevano che rimanessi a Tel Aviv per allenarmi, ma io ho risposto che non mi interessavano quella che dicevano e che sarei andato alle Final Four. Non si è dimostragto un amico, prima mi ha fatto capitano e poi nel momento del bisogno mi ha voltato le spalle.
Alex Tyus. Quando ero a New York per rimettere a posto la schiena i compagni mi cercavano. Quando ci si fa male, si prova comunque a giocare ma se il dolore è troppo si lascia stare per non peggiorare la situazione. A Tyus dissi di non giocare se proprio non ci riusciva e che non siamo super uomini, capita che le persone si facciano male durante la stagione.
Il dirigente Shimon Mizrahi. E’ un uomo buono. E’ stato la prima persona che ho visto dopo l’operazione, a parte mia moglie. Non parla molto, ma quando ho aperto gli occhi era lì, questa è già una dichiarazione.
Giocare contro il Maccabi. Voglio affrontarli e dimostrare che si sono sbagliati, è difficile dire a parole quello che provo quando penso di tornare alla Nokia Arena. Non li incontreremo al primo turno, però spero molto più avanti.
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