Most Valuable Player Ladder #1: Durant è alieno, Lebron quest’anno potrebbe inchinarsi

Home

Dopo le classifiche di ROY e MIP a cui vi rimandiamo, è il turno dell’MVP, probabilmente il premio individuale più ambito della stagione NBA. Inutile ricordare che Lebron James lo abbia vinto in quattro delle ultime cinque stagioni, cedendo il passo soltanto a Derrick Rose, ma quest’anno la musica sembra parecchio diversa.

Kevin Durant1) Kevin Durant: 31.1 punti, 7.6 rimbalzi, 5.3 assist, 1.5 rubate, 0.8 stoppate, 51% dal campo, 41% da tre, 88% ai liberi.

Le medie non possono bastare per descrivere la stagione irreale che Kevin Durant sta giocando. Innanzitutto i Thunder sono orfani di Russell Westbrook, ai box a inizio stagione per infortunio e ancora ormai da oltre un mese: questo potrebbe essere un incentivo alla crescita delle cifre di KD, ma non è così. Il #35 sta dimostrando di poter mantenere queste medie anche senza il proprio playmaker e che in RS (attenzione, non ai Playoffs) può guidare una squadra al primo posto della temibile Western Conference praticamente da solo, senza un secondo violino di primo livello. Certo, non si possono tralasciare le ottime prestazioni di Serge Ibaka o Reggie Jackson, nemmeno si può dimenticare la difesa di Sefolosha o il contributo di Nick Collison, ma Durant si sta letteralmente caricando tutti sulle spalle. Settimana scorsa KD ha raggiunto le 12 partite consecutive con almeno 30 punti e 7 assist a referto, provando di essere anche un grande passatore, un’abilità fin qui poco mostrata (fino a questa stagione solo una volta, e nella passata stagione, il giocatore era andato in doppia cifra per assist da quando è in NBA). Inoltre è impressionante quel 51% dal campo se si considera che Durant non è un lungo e si prende la maggior parte dei tiri lontano dal canestro. Quello che fin qui è stato sempre il numero 2, dal Draft fino alle Finals 2012, sembra finalmente poter spiccare il volo e strappare a Lebron uno scettro che ormai sembrava di sua proprietà.

2) Lebron James: 26.2 punti, 6.8 rimbalzi, 6.5 assist, 1.4 rubate, 0.3 stoppate, 58% dal campo, 36% da tre, 75% ai liberi.

Rimane il più forte in assoluto, ma Kevin Durant ha semplicemente elevato il proprio gioco a un altro livello. Lebron James sembra destinato a lasciare il trono di MVP all’amico e avversario quest’anno, più per meriti di KD che per demeriti propri. I suoi Miami Heat, dopo avere un po’ stentato a Gennaio, si sono ripresi e occupano la posizione numero due a Est, lui mantiene medie altissime e l’impressione è che possa decidere un match quando voglia, che abbia sempre il controllo della situazione. Sta vivendo un’altra grandissima stagione al tiro, vale lo stesso discorso di Durant per le percentuali dal campo: il 58% è una media da centro, anche se Lebron si prende parecchi tiri in entrata o da vicino a differenza di KD. Non spicca certo come uno dei migliori tiratori della NBA, ma James riesce comunque a mantenere oltre 26 punti di media, tenendo le redini della squadra e fungendo spesso anche da playmaker. E’ impossibile non inserirlo tra i primi due nella corsa all’MVP.

3) Paul George: 22.8 punti, 6.4 rimbalzi, 3.4 assist, 1.8 rubate, 0.3 stoppate, 45% dal campo, 37% da tre, 85% ai liberi.

Dopo i due alieni, si torna sulla Terra, ma non troppo. Paul George è calato rispetto al grandissimo inizio di stagione, ma si guadagna comunque un posto sul “podio” sia perchè i suoi Indiana Pacers sono primi a Est, e gran parte del merito è suo, sia perchè quelli riportati sopra sono numeri di tutto rispetto. Non solo: George si è consacrato quest’anno, ha ricevuto la chiamata all’All Star Game tra i titolari e ormai si è elevato al ruolo di superstar. Spesso non occorre che segni 40 punti, esattamente come Lebron, perchè dispone di un supporting cast, tra i migliori della NBA, che gli consente di gestire le partite rimanendo in penombra fino a quando non serve la spinta decisiva. Il #24 dei Pacers fa anche registrare il 45% dal campo, una percentuale non disarmante come le due precedenti, ma non bisogna dimenticare che PG gioca da ala piccola e spesso e volentieri si prende tiri lontano dal canestro e da tre punti.

4) LaMarcus Aldridge: 24.3 punti, 11.6 rimbalzi, 2.8 assist, 0.9 rubate, 1.0 stoppate, 47% dal campo, 11% da tre, 82% ai liberi.

Nessuno avrebbe scommesso sui Portland Trail Blazers a inizio stagione, invece LaMarcus Aldridge, da leader, li sta trascinando ai Playoffs. Il #12 dei Blazers era sempre stato considerato un lungo soft, 8.2 i rimbalzi di media in carriera, quest’anno quasi tre in più. Aldridge si sta dimostrando uno dei migliori rimbalzisti della NBA quest’anno, con i suoi 11.6 è sesto nella Lega e solo Kevin Love, di coloro che sono davanti a lui, segna di più. Al proprio fianco L-Train ha Damian Lillard, un altro giocatore che meriterebbe un discorso a parte. I quasi tre assist a partita, anch’essi carreer high, provano come Aldridge coinvolga anche i compagni nel proprio gioco e abbia ottime mani per uno della sua stazza. Insomma: bocca di fuoco in attacco, presenza fissa a rimbalzo, buon passatore, è la stagione di LaMarcus Aldridge.

1389422357000-01-10-2014-Stephen-Curry5) Stephen Curry: 24.3 punti, 4.5 rimbalzi, 9.1 assist, 1.8 rubate, 0.2 stoppate, 45% dal campo, 41% da tre, 86% ai liberi.

Aveva lasciato con il record per maggior numero di triple segnate in una stagione, anzi, a dir la verità aveva lasciato conducendo i suoi Warriors al secondo turno di Playoffs nonostante il fattore campo a sfavore nei confronti dei Denver Nuggets. Steph Curry ha ripreso a macinare punti e assist anche quest’anno, fin qui il fisico, che è sempre stato fragile, non lo ha penalizzato e lui lo ha sfruttato alla grande. Fino a metà della scorsa stagione, chi era il #30 dei Warriors? Un ragazzino che era stato inizialmente la spalla di Monta Ellis e non era stato capace di portare Golden State ai Playoffs da solo. Ora tutta la NBA lo ama, i fans stravedono per lui sia perchè gioca una pallacanestro esattamente coerente con quella della propria squadra, sia perchè ogni suo tiro fa alzare tutti sulla sedia. E non potrebbe essere altrimenti: rilascio velocissimo e spesso canestro anche con tiri fuori equilibrio e fuori ritmo. Curry è l’unico giocatore della Lega ad essere posizionato nella top 5 per media punti (quinto a pari-merito con Aldridge, ma con quasi 3 tiri tentati in meno a partita) e per assist (primo con 9.1), è sicuramente in corsa per l’MVP, anche se con questi avversari sembra un miraggio.

[banner network=”altervista” size=”300X250″ align=”aligncenter”]

Francesco Manzi

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.