Varese, parla il GM Conti: “Beane ci serve per dare energia e freschezza tra gli esterni”

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Una seconda occasione italiana per Anthony Beane. A Varese la guardia americana, 26enne, arriva al posto di un Denzel Andersson che da domani non sarà più con la squadra e da mercoledì tornerà in Svezia. L’ex Virtus Roma invece si allena oggi per la prima volta con la squadra e rappresenta la volontà da parte dello staff e della dirigenza di voler dare una chiara carica di atletismo e dinamicità agli esterni rinunciando al peso sotto canestro dopo lo sfortunato infortunio di Jalen Jones, il cui contratto è stato congelato fino alla prossima stagione.

Il General Manager della Pallacanestro Varese, Andrea Conti, ci ha spiegato in un’intervista esclusiva a BasketUniverso, come l’innesto di Beane può cambiare la squadra e come Varese può risolvere una situazione di grande difficoltà, dopo la quarta sconfitta consecutiva tra le mura della Enerxenia Arena, proprio grazie all’aiuto dell’americano.

Oggi primo allenamento con la squadra per Anthony Beane. Sarà il giorno della risoluzione di Andersson e l’ufficializzazione di Anthony Beane? Che tipo di impatto vi aspettate da lui?

Vorrei fare prima una premessa. Siamo in un momento delicato. Oggi abbiamo rivisto la partita con lo staff e abbiamo notato una grande difficoltà nel terzo quarto [della partita contro Reggio Emilia, ndr], difficile da digerire per come abbiamo incassato il parziale che ci ha segnato le gambe. È stata una partita dove all’intervallo potevamo essere avanti di 10 punti se avessimo messo tiri aperti, invece abbiamo sofferto le percentuali bassissime. Avevamo bisogno di un giocatore in grado di fare da supporto a Douglas. Dati alla mano, vediamo che se Toney fa la partita insieme a Scola abbiamo la chance di vincere le gare. Tre, quattro vittorie sono venure così, con le loro prestazioni. Tutti gli altri devono dare qualcosa in più, poi l’unico alibi con cui voglio giustificare la squadra è che negli ultimi due mesi non ci siamo mai allenato col gruppo al completo. Prima l’infortunio di De Vico, poi Ferrero…

Beane è deputato a darci molta energia perché è un tipo atletico, sa battere l’uomo, ha punti nelle mani e ci permetterà di giocare con tre piccoli: Douglas, lui, Jakovics e poi anche Ruzzier. Ci deve dare freschezza e atletismo che ora ci mancano tra i piccoli, a parte Strautins che insieme a Scola sta dimostrando grande continuità. Oggi Anthony si allena con la squadra dopo essere stato fermo negli ultimi giorni a Roma allenandosi in autonomia coi compagni. Lo integreremo il più fretta in possibile. Formalmente Andersson non ha ancora rescisso: il suo agente sta ancora cercando una destinazione. Non mi sento di buttagli addosso la croce. È stata una scommessa, persa, veramente low cost perché volevamo spendere poco in quel ruolo, poi la sfortuna di perdere Jalen Jones è stata olimpica. Denzel rientrerà in Svezia mercoledì e non sarà presente agli allenamenti della squadra da oggi. Anche perché Ferrero, se tutto va bene, dovrebbe rientrare gradualmente con la squadra in settimana. Nel reparto lunghi, andremo avanti col capitano, De Vico Scola, Morse e Strautins a volta usato da 4.

L’arrivo di Beane porterà Toney Douglas a giocare da playmaker spostando così Michele Ruzzier in panchina…

Anthony ha fatto molto bene in Belgio dove è stato uno dei migliori realizzatori. Ha fatto la finale contro Anversa, ha fatto la FIBA. È un giocatore di grande dinamicità, di uno contro uno, che potrebbe permettere a Douglas di non fare il boia all’impiccato e che gli possa permettere di crearsi dei tiri piedi per terra senza crearseli sempre dal palleggio. Ci serve, anche perché Michele Ruzzier sta rendendo al di sotto delle aspettative dopo un anno a Cremona dove aveva fatto un upgrade notevole. Adesso ha una difficoltà mentale perché non riesce a sbloccarsi: per lui non è segnare ma mettere in difficoltà i compagni di squadra.

Ruzzier quindi avrà meno minuti. Partire dalla panchina potrà aiutarlo a guadagnare di nuovo fiducia?

I giocatori non diventano scarsi da una stagione all’altra. Michele è alla prima vera esperienza da titolare, tolto l’anno scorso dove era stato messo in quintetto per i problemi fisici di Travis Diener. Forse sta pagando questo dazio insieme a tutti noi, ma noi tutti siamo qua per aiutarlo, non certo per affossarlo. Inserire un giocatore come Beane può sicuramente aiutarlo a togliersi dalle spalle il carico di dover dimostrare. Un professionista dovrebbe comunque sempre dimostrare di essere all’altezza ma siamo qua per uscire da un periodo negativo e lottare. Michele era stato preso per cercare e trovare i compagni, battere l’uomo e attaccare il ferro, cosa che sta facendo poco e non bene. La sua poca lucidità è dovuta all’aspetto mentale.

Varese non è Cremona a livello di aspettative, c’è una fame di pallacanestro e aspettative molto elevate anche se non siamo in una situazione economica per fare stagione memorabili. Un occhio al budget va dato, facciamo 5+5 e non 6+6 con uno straniero in più. Inoltre, abbiamo puntato su italiani futuribili, Strautins sta facendo un ottimo campionato, Giovanni [De Nicolao] è un ragazzo che non ha colpe essendo giovane anche lui, De Vico è un altro ragazzo del ‘94 che lotta e questo è un aspetto che piace molto alla piazza. Ci mancava un giocatore che potesse aiutare i giovani a crescere, purtroppo con solo Scola e solo Douglas la squadra fa fatica. Beane arriva anche per aiutare questi ragazzi a crescere evitando ai nostri giovani di essere messi al patibolo. Alla fine il gruppo è fatto di professionisti molto seri: vogliamo dare energia alla squadra trovando anche una settimana in cui possiamo allenarci finalmente al completo.

Ha già avuto modo di incontrarlo di persona? Che tipo di ragazzo è Beane?

L’avevamo seguito già questa estate, era un nome nella lista di giocatori osservati nel ruolo di guardia. È un grande lavoratore che anche nei momenti più delicati di Roma non ha mai scioperato. Ha fatto molta gavetta a Ventspils, in Belgio a Charleroi [con oltre 18 punti di media, ndr] e adesso vuole emergere in un campionato di valore come il nostro. Il nostro preparatore atletico ha avuto modo di capire che Beane è un grandissimo atleta, muscolarmente è molto esplosivo e le sue doti ci possono aiutare. Lui ha molta voglia di uscire dal tunnel.

Ha menzionato Arturs Strautins: alla conferenza stampa di presentazione del giocatore avevi fatto intendere che cetera molte aspettative su di lui. Vi aspettavate questa esplosione così netta?

La scelta era stata fatta con Attilio così come tutte le altre. Lui sta facendo molto molto bene, bisogna dare merito al ragazzo che ha molta fame di lavorare, negli allenamenti e anche dopo. Ha ancora tanto da migliorare tra il gioco in mezzo con la palla in mano, palleggio arresto e tiro e l’essere concentrato in difesa. Però è il nostro migliore rimbalziate della squadra e per questo bisogna dare grande merito a lui. Dopo Scola è il più continuo della squadra.

Per quanto riguarda Ferrero: c’è possibilità di vederlo in campo domenica prossima contro Venezia?

Ci auguriamo che Giancarlo [Ferrero, ndr] possa rientrare con Venezia. È fermo da sei settimane ed è difficile pensare che sia pronto, ma c’è già l’idea di avere la squadra al completo per la partita con Treviso in casa il 26. Non ci alleniamo mai al completo, facciamo giovedì, venerdì e sabato perché dobbiamo gestire i ragazzi che hanno più carico di minuti, Scola e Douglas… siamo in una situazione particolare. Quest’anno molte cose non ci stanno aiutando. La nostra sfortuna è cominciata con l’infortunio di De Vico, da lì sono iniziati tutti i problemi.

Per l’acquisizione di Beane è stato chiesto un “extra effort” alla società?

Abbiamo una proprietà, inteso come Consorzio, Orgoglio Varese, CDA, la famiglia Bulgheroni con grandissima vicinanza alla squadra e se si soffre, si soffre tutti assieme. Abbiamo cercato di limitare i danni chiudendo per questa stagione il contratto di Jones e cercare un risparmio chiudendo il prima possibile anche quello di Andersson. Chiuderne due per inserirne uno insomma. Purtroppo la sfortuna di Jones ci fa perdere qualcosa però non possiamo cambiare in nessun modo la formula del 5+5 e ritrovarci a pagare 40.000 euro di luxury tax con un contratto in più per il 6+6. Dobbiamo migliorare l’assetto della squadra con quello che abbiamo a disposizione, non possiamo fare altro.

Matteo Bettoni

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