Verso Capo d’Orlando-Cantù, le parole di Mazzon e Sodini

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BETALAND CAPO D’ORLANDO: ANDREA MAZZON

“Veniamo da una buona settimana, abbiamo fatto un buon lavoro, la squadra sta continuando a lavorare e a giocare seriamente. C’è stata anche un po’ di sfortuna nelle ultime partite, ma sono orgoglioso dei ragazzi. Andiamo incontro alle due partite più importanti del campionato, soprattutto la prossima contro Cantù. Dobbiamo fare un punto più di loro, giocare insieme e portare a casa i due punti. Dobbiamo concentrarci sulle nostre forze, consci delle nostre debolezze. Affrontiamo una squadra che lotterà per conquistare la certezza matematica dei playoff. Per talento e organico, Cantù è tra le prime quattro del campionato. Ci stiamo preparando, sappiamo cosa dobbiamo fare e cercheremo di fare la nostra partita al meglio.
Stiamo lavorando con grande serietà, mi auguro che ci sia il palasport pieno, vorrei che i ragazzi avessero il sostegno di tutti. Mi piace l’atmosfera e la vicinanza alla squadra che si respira qui. Ho incontrato persone che farebbero di tutto per aiutare questa squadra. È raro e tutti gli orlandini devono essere orgogliosi di questo”.

RED OCTOBER CANTU’: MARCO SODINI

«Capo d’Orlando è una squadra cambiata profondamente nel corso del tempo, sia nel roster che nell’allenatore. L’anno scorso hanno fatto una stagione meravigliosa e miracolosa, quest’anno invece hanno avuto grande difficoltà nel gestire il doppio impegno e gli infortuni. Si stanno giocando una salvezza ed i risultati dell’ultimo turno li portano in questo momento ad essere l’ultima squadra del nostro campionato».

IL ROSTER DELL’ORLANDINA
«Hanno un quintetto abbastanza standard, composto da Atsur che è un giocatore esperto, gran tiratore ma comunque un giocatore di squadra. Poi c’è Stojanovic che è il loro figliol prodigo, nel senso che è stato riaccolto dopo un infortunio molto grave nella stagione scorsa. È un giocatore che a me piace tantissimo, un ragazzo intelligente, molto cattivo nel modo di giocare e con un talento smisurato. Può giocare in ogni modo possibile: è un gran contropiedista, giocatore di uno contro uno, con un buon tiro da fuori e anche con una buona personalità per l’età che ha. Poi hanno Kulboka in prestito dalla Germania, il quale si è reso eleggibile per il draft NBA, una guardia tiratrice pazzesca di due metri e cinque. Chiaro, esile e molto giovane, ma è sostanzialmente un tiratore puro in questo momento, con un grandissimo futuro davanti. Nel corso dell’anno hanno aggiunto il russo Likhodey, ala con una buonissima mano. Nella partita contro Venezia hanno sentito particolarmente la sua mancanza. Chiude il quintetto titolare il pivot Knox che è il loro “go to guy” in questo momento. Dalla panchina hanno Smith che assomiglia un po’ al nostro Culpepper, anche se lui gioca spesso da playmaker. Nel campionato di A2 era un crack, ha un’ottima mano oltre che ad essere anche abbastanza veloce. Poi c’è Faust che è un grande atleta ed un gran contropiedista. Chiude il roster Campani che è l’unico vero cambio dei lunghi, giocatore che ha avuto diversi problemi fisici nel corso della sua carriera ma che ora sembra aver trovato una propria dimensione».

IL CAMBIO DI ALLENATORE
«Da quando è arrivato Mazzon, a differenza delle precedenti partite, sono riusciti sempre a competere. Tolta Venezia, dove però francamente è difficile giocare per chiunque perché attualmente è la squadra probabilmente più quadrata ed in forma del campionato. Hanno perso contro Avellino in casa dopo un tempo supplementare e contro Varese per un canestro difficilissimo subito nell’ultimo secondo, per loro dunque sarà una partita da “vita o morte”. Proveranno sicuramente a non farci correre, sia perché è nel loro DNA di squadra e sia perché le nostre avversarie ci provano sempre. Il cambio di allenatore ha sicuramente dato una grossa spinta emotiva al gruppo, un gruppo che mi sembra piuttosto vivo. Secondo me più che la tecnica e la tattica, sarà fondamentale il fattore ambientale e come noi riusciremo a controbatterlo».

TRASFERTA INSIDIOSA
«Nel palazzetto dello sport di Capo d’Orlando i tifosi si sentono tantissimo, sono estremamente calorosi. Il loro pubblico è stato storicamente molto importante per le vittorie casalinghe dell’Orlandina. Chiameranno sicuramente a raccolta i propri tifosi per questa partita così importante, noi dovremo essere subito bravi ad ambientarci in un contesto molto distante rispetto ad altri dove abbiamo giocato recentemente. A Pesaro ad esempio c’erano 5.000 tifosi in un palazzetto da dieci mila posti, riuscivo a sentire la mia voce ed i tifosi erano lontani. A Capo d’Orlando, invece, sono sicuro che non riuscirò a sentirla. Dobbiamo essere bravi a conquistarci tutto sul campo e, anche se la stanchezza incomincia a farsi sentire parecchio, dobbiamo essere bravi nel tenere l’attenzione sulle cose che devono essere fatte. Non mi interessa produrre una pallacanestro spumeggiante, mi interessa vincerla. Sputeremo sangue per tutto quello che è possibile fare in questa partita».

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