BU Rewind: i migliori 10 giocatori di sempre degli Washington Wizards

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BU Rewind si dedica ora ai migliori giocatori di sempre di ogni franchigia della NBA. Per questa classifica, prendiamo in considerazione solo i giocatori che hanno vestito la maglia della squadra in questione per almeno due stagioni intere. Per i team la cui sede è stata spostata in un’altra città nel corso della propria storia, consideriamo solamente il periodo trascorso nella città nella quale si trovano ora. Ad esempio, in questo primo articolo presentiamo la top-10 degli Washington Wizards, precedentemente a Baltimore (1963-1973) e Chicago (1961-1963). La classifica si riferisce solamente ai giocatori che hanno giocato negli Wizards da quando la franchigia è locata nella capitale statunitense. Per i giocatori che hanno giocato sia a Baltimore che a Washington, consideriamo solo le stagioni giocate a Washington.

 

10) Michael Jordan (2001-2003, 2 stagioni)

Statistiche personali: 21.2p, 5.9r, 4.4a, 1.5s, 0.5b, 43.1% dal campo, 2xAll-Star

Bilancio di squadra: 74-90, 10° posto ad Est

Michael Jordan tornò a sorpresa dal proprio secondo ritiro e vestì la maglia dei Wizards all’età di 38 anni, dopo ben tre stagioni di sosta. Purtroppo per Washington, MJ non era già più il giocatore dominante visto con la maglia dei Bulls e nonostante le buone statistiche, faticò a trascinare i Wizards a delle vittorie. Rimane, però, il blasone del giocatore, capace di entusiasmare il pubblico di una città che non ha spesso avuto modo di gioire per il basket.

 

9) Antawn Jamison (2004-2009, 5 stagioni)

Statistiche personali: 20.8p, 8.9r, 1.9a, 1.1s, 0.3b, 44.7% dal campo, 2xAll-Star

Bilancio di squadra: 190-220, 1 sconfitta in semifinale di conference, 3 eliminazioni al primo turno

Jamison ha disputato cinque stagioni a Washington, coronate da due convocazioni all’All-Star Game che hanno premiato uno dei giocatori più solidi e sottovalutati del primo decennio degli anni 2000. Jamison fu un ottimo secondo violino accanto a Gilbert Arenas e la coppia, aiutata da quella che forse è stata la miglior versione di Larry Hughes, nel 2004-05 riuscì a superare il primo turno dei playoffs. Questo “traguardo”, che a prima vista sembra un obiettivo da poco, mancava però da più di 20 anni nella capitale e conferma l’importanza di Jamison per la franchigia.

 

8) Bernard King (1987-1991, 4 stagioni)

Statistiche personali: 22.0p, 4.7r, 3.9a, 0.7s, 0.2b, 48.3% dal campo, 1xAll-Star

Bilancio di squadra: 139-189, 1 eliminazione al primo turno

All’ottavo posto di questa classifica troviamo un altro campione firmato da Washington nel tentativo di rialzare le sorti della franchigia. Reduce da due stagioni martoriate dagli infortuni a New York, King dimostrò di poter fare ancora la differenza sul campo da basket. Con ma maglia dei Bullets, King ritrovò il suo migliore stato di forma e migliorò di stagione in stagione, fino ad ottenere una chiamata all’All-Star Game a 34 anni in virtù dei suoi 28.1 punti di media. Purtroppo, le sue abilità da scorer non ebbero l’effetto desiderato dalla dirigenza di Washington, dato che la squadra si qualificò ai playoffs soltanto in un’occasione.

 

7) Chris Webber (1994-1998, 4 stagioni)

Statistiche personali: 20.9p, 9.7r, 4.4a, 1.6s, 1.7b, 50.1% dal campo, 1xAll-Star

Bilancio di squadra: 121-182, 1 eliminazione al primo turno

Chris Webber rappresenta forse uno dei rimpianti più grandi della storia della franchigia. Arrivato via trade da Golden State dopo una prima stagione coronata con il premio di rookie of the year, Webber continuò la sua crescita a Washington, dove si guadagnò la prima convocazione all’All-Star Game a soli 23 anni. Inspiegabilmente, i Bullets (così si chiamavano all’epoca) decisero di privarsi del proprio miglior giocatore, mandandolo a Sacramento in cambio di due giocatori in parabola discendente come Mitch Ritchmond e Otis Thorpe. Il resto è storia…

 

6) Moses Malone (1985-1987, 2 stagioni)

Statistiche personali: 23.9p, 11.5r, 1.4a, 0.9s, 1.1b, 45.6% dal campo, 2xAll-Star

Bilancio di squadra: 81-83, 2 eliminazioni al primo turno

I Bullets ottennero Moses Malone in uno scambio con i Philadelphia 76ers, che temevano l’entità di un infortunio subìto dal nove volte All-Star. Malone dimostrò di non essere stato per nulla condizionato dal proprio fisico e, in due stagioni, riuscì a portare Washington ai playoffs, salvo essere poi eliminato al primo turno. Purtroppo per i Bullets, Malone decise di lasciare la squadra da free-agent, privando i tifosi della capitale dell’occasione di veder giocare insieme due macchine da punti come Malone e King, che arrivò proprio in quella sessione di mercato. Chissà che obiettivi avrebbero potuto centrare in due…

 

5) Gilbert Arenas (2003-2010, 7 stagioni)

Statistiche personali: 25.5p, 4.3r, 5.7a, 1.8s, 0.3b, 42.3% dal campo, 3xAll-Star

Bilancio di squadra: 241-333, 1 sconfitta in semifinale di conference, 3 eliminazioni al primo turno

Gilbert Arenas rappresenta un altro grande “what if” della storia del basket recente. A Washington l’Agent Zero ha ottenuto le sue uniche tre convocazioni all’All-Star Game e ha portato gli Warriors ai playoffs in quattro occasioni, risultando sempre decisivo per il proprio team; nel bene e nel male. I successi di squadra sono venuti a mancare, ma l’iterazione degli Wizards con Arenas alla guida sono stata forse una delle squadre più entusiasmanti da seguire nelle stagioni a cavallo del 2005.

 

4) Bradley Beal (2012-2020, 8 stagioni)

Statistiche personali: 21.0p, 4.0r, 4.0a, 1.1s, 0.4b, 45.2% dal campo, 2xAll-Star

Bilancio di squadra: 309-337, 3 sconfitte in semifinale di conference, 1 eliminazione al primo turno

Gli appassionati di basket sperano in tutti i modi di poter vedere Beal in un contesto più funzionale e competitivo, i tifosi di Washington pregano affinché il loro idolo non venga scambiato. Qualunque sia il destino di Beal, rimarrà sempre uno dei giocatori più forti ad aver giocato nella capitale. La sua crescita nelle ultime stagioni gli ha garantito due convocazioni all’All-Star Game, più una terza quest’anno, e probabilmente il titolo di scoring champion di questa stagione. Rimane, però, la pecca di non essere riuscito a guidare gli Wizards a risultati migliori, né da secondo violino di Wall, né da go-to-guy.

 

3) John Wall (2010-2019, 9 stagioni)

Statistiche personali: 19.0p, 4.3r, 9.2a, 1.7s, 0.7b, 43.3% dal campo, 5xAll-Star

Bilancio di squadra: 327-395, 3 sconfitte in semifinale di conference, 1 eliminazione al primo turno

Si può discutere su chi sia stato il giocatore migliore a Washington tra Beal e Wall. Noi abbiamo scelto il giocatore ora in forza ai Rockets, che prima degli infortuni era un playmaker eccezionale, capace di segnare e mettere in ritmo i compagni di squadra. È un peccato che gli infortuni ne abbiano frenato l’ascesa, privando Washington dell’occasione di schierare i propri due migliori giocatori nel proprio prime. Negli anni precedenti, purtroppo, la mancanza di esperienza del roster aveva impedito agli Wizards di raggiungere palcoscenici prestigiosi: il loro cammino ai playoffs si era sempre interrotto in semifinale di conference.

 

2) Wes Unseld (1973-1981, 8 stagioni)

Statistiche personali: 8.7p, 11.9r, 4.1a, 1.1s, 0.6b, 52.1% dal campo, 1xFinals MVP, 1xAll-Star

Bilancio di squadra: 379-277, 1 titolo NBA, 2 sconfitte in finale, 3 sconfitte in semifinale di conference, 1 eliminazione al primo turno

Wes Unseld, Hall-of-Famer atipico, è tutt’ora il giocatore più amato dai tifosi di Washington. Le sue statistiche non rendono giustizia all’impatto che aveva in campo: centro, alto solo 2.01 metri, Unseld era il perno della squadra che vinse l’unico titolo NBA a Washington. Le sue spiccate doti difensive e la capacità di battere a rimbalzo giocatori fisicamente molto più avvantaggiati lo rendeva un rebus per le squadre avversarie. A dimostrazione della sua importanza per la squadra, basti pensare che ha vinto il premio di MVP delle Finals con una serie conclusa con soli nove punti di media conditi da 11.7 rimbalzi e 3.9 assist. Wes Unseld si può considerare il re delle cosiddette “intangibles”.

 

1) Elvin Hayes (1973-1981, 8 stagioni)

Statistiche personali: 21.3p, 12.5r, 1.8a, 1.1s, 2.4b, 46.0% dal campo,7xAll-Star

Bilancio di squadra: 379-277, 1 titolo NBA, 2 sconfitte in finale, 3 sconfitte in semifinale di conference, 1 eliminazione al primo turno

Senza nulla togliere alle “intangibles” di Wes Unseld, il talento del suo compagno Elvin Hayes era indubbiamente superiore. Senza di lui, i Bullets probabilmente non avrebbero potuto vincere l’unico titolo NBA della loro storia. Scorer implacabile, Hayes era allo stesso tempo un ottimo rimbalzista e difensore, come dimostrano le 1.1 rubate e le 2.4 stoppate a partita nel corso della sua permanenza nella capitale. In coppia con Unseld avrebbe sicuramente potuto vincere più di un titolo con i Bullets, ma le finali perse contro Seattle e Golden State non sono certo attribuibili a lui, che fu sempre il miglior scorer della squadra e l’ultimo ad arrendersi. Il titolo di MVP delle Finals vinto dal compagno è anche un po’ suo.

Niccolò Armandola

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