Danilo Gallinari, basta Italia: “Sto meglio negli USA, il caso Tavecchio mi ha causato molta rabbia”

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Danilo Gallinari ha lasciato l’Italia nel 2008, quando dopo Milano andò a giocare in NBA con i New York Knicks da sesta scelta assoluta al Draft. Il Gallo, fuori dai campi di gioco da un anno e mezzo a causa dell’infortunio al crociato, è ora pronto per tornare sul parquet con i Denver Nuggets a partire dall’inizio della prossima stagione. In un’intervista alla Gazzetta, Gallinari si è lasciato andare anche a commenti piuttosto forti sull’Italia, vista come Nazione e non come Nazionale:

La vicenda relativa a Carlo Tavecchio mi ha provocato tanta rabbia, sono incazzato. E’ evidente: il sistema italiano non funziona, deve essere cambiato. Ma c’è troppa politica nello sport ed il modello NBA è quasi impossibile da raggiungere per noi, credo che il 99,9% del pubblico la pensi come me. Sono contento di vivere negli Stati Uniti e giocare qui, lontano da episodi del genere. Quando chiuderò la carriera e metterò su famiglia, voglio restare negli USA: cercherò di diventare cittadino americano. In Italia non tornerò se non per le vacanze e per vedere famiglia e amici.

Parole molto forti, soprattutto perché il Gallo aveva sempre affermato di voler chiudere la carriera cestistica tornando all’Olimpia Milano, la squadra della sua città che lo ha lanciato tra i professionisti. I tifosi bianco-rossi non devono prenderla come qualcosa di personale, il sistema, e non solo Tavecchio, evidentemente ha colmato fino all’orlo anche il vaso del giocatore dei Nuggets. Ad ogni modo, da queste parole, non si comprende se il #8 di Denver abbia rinunciato anche ad un ritorno in Italia da giocatore. Ma il Gallo non ha parlato solo di questo alla rosea, anche parole riguardo la propria condizione fisica e l’errore di affidarsi al dottor Steadman per l’intervento, poi rivelatosi sbagliato:

Sto molto bene, a 7 mesi dall’ultimo intervento ora sono finalmente pronto a rientrare. Scriverò un libro su questo anno e mezzo [il secondo dopo la sua autobiografia, ndr], meglio lasciar perdere il dottor Steadman perché potrei scaldarmi. Dico solo che un mese e mezzo dopo il mio intervento il dottore dichiarò che non avrebbe più operato. La mia è stata una scelta sbagliata, ma era considerato uno dei migliori. Ora vedi i casi di Giuseppe Rossi, della Vonn, di Russell Westbrook e di chissà quanti altri non famosi e qualche dubbio ti viene.

Infine, una dichiarazione anche sulla Nazionale:

Non vorrei alzare troppo le aspettative, ma siamo forti e possiamo fare bene assieme. Sarà un Europeo importante perché si avrà l’opportunità di qualificarsi alle Olimpiadi, dobbiamo sognare noi e far sognare gli italiani.

Francesco Manzi

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